Lavis, un operaio ha perso la vita nel cantiere di una ditta di raccolta inerti
Dramma a Lavis: un operaio di 52 anni, Liviu Nicu Chendrean (nella foto), cittadino romeno da tempo residente a Trento, è morto all'interno della Econord, ditta per cui lavorava specializzata nel recupero e smaltimento di inerti e rifiuti dell'attività edile. È stato uno dei colleghi a trovare il corpo dell'uomo all'interno del cassone di un frantoio semovente, macchinario utilizzato per la frantumazione di pietrame, laterizi, calcinacci. Saranno le indagini a stabilire le cause della morte, i sindacati: «Bisogna fare chiarezza sulle responsabilità dell'incidente».
Sul posto ambulanza e automedica ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Sul posto anche i vigili del fuoco volontari locali, i carabinieri e l'Uopsal (Unità per la Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro).
Si dovrà capire ora se l'uomo sia rimasto vittima di un malore o di un incidente. «Il nostro primo pensiero è rivolto alla famiglia del lavoratore – dicono con rammarico il segretario generale della Cgil del Trentino Franco Ianeselli e il segretario Fillea Cgil, Maurizio Zabbeni -. A loro va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. In questo momento le cause sono ancora da accertare».
Lo scorso anno gli infortuni mortali denunciati all’Inail sono stati 13 in Trentino, su 8.466 infortuni totali denunciati all’Istituto. Gli infortuni mortali continuano ad accadere prevalentemente nei settori delle costruzioni, dell’agricoltura, dei lavori forestali e dei trasporti e nei lavori sulle strade.
Per questa ragione il sindacato sottolinea ancora una volta l’assoluta necessità di tenere alta l’attenzione sulla sicurezza nei posti di lavoro, rispettando le regole anche quando queste sembrano comportare un appesantimento della gestione quotidiana. «Al rispetto degli adempimenti burocratici va assolutamente associata la consapevolezza del valore della prevenzione e della cultura della sicurezza, tra i datori di lavoro, tra i lavoratori e anche nei sindacati”, sottolineano Ianeselli e Zabbeni.
Cgil del Trentino e Fillea del Trentino auspicano dunque che si faccia chiarezza in tempi rapidissimi sulle cause di quanto accaduto oggi a Lavis e che si accertino tutte le responsabilità.
Il dolore del presidente del Consiglio provinciale.
Un operaio oggi ha perso la vita sul posto di lavoro. E’ successo a Lavis e succede con tragica cadenza anche in Trentino, più volte all’anno. E’ un fenomeno contro cui si combatte da anni una durissima battaglia, per cercare di diffondere capillarmente la cultura dei diritti, della sicurezza e della prevenzione, per portare a zero il tributo di vite da parte della produzione. Per evitare, non da ultimo, che a cadere vittime siano alla fine gli anelli più deboli della catena. Il Consiglio provinciale ha approvato negli anni norme di grande civiltà in questa materia, ha tra l’altro istituito anche un fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti mortali sul lavoro o in attività di volontariato. Se però si muore ancora, significa che molto resta da fare, soprattutto sul piano dell’applicazione severa e minuziosa delle regole. In questo momento però vada soprattutto alla famiglia dell’operaio deceduto il nostro sentimento di cordoglio, di vicinanza e di solidarietà.