Tagli alle borse di studio Blitz del collettivo «Refresh»
Blitz del collettivo universitario Refresh di Trento all’Opera universitaria nel pomeriggio per ribadire il no «ai tagli alle borse di studio» della Provincia.
E per rilanciare la mobilitazione studentesca prevista per giovedì, a partire dalle 9.30 davanti a Lettere, in via Tomaso Gar.
«Dall’inizio del semestre come studenti e studentesse dell’Università di Trento - spiegano in una nota - ci stiamo informando, confrontando e organizzando sul tema della riforma del diritto allo studio. Ci siamo ritrovati a smascherare le menzogne propinate mezzo stampa dalla Provincia autonoma di Trento, riassumibili in pochi punti.
Il passaggio dall’Icef al nuovo Isee aumenterà gli importi minimi e massimi delle borse di studio ma abbatterà sensibilmente in numero degli aventi diritto alla borsa di studio (circa un terzo in meno rispetto agli attuali aventi diritto), come ammesso sottovoce dalla stessa Provincia.
Non è vero - aggiungono - che si è fatto il possibile per garantire il maggior numero di borse, poiché secondo i limiti stabiliti dal decreto ministeriale del 23 marzo 2016, il limite massimo per usufruire di borsa di studio stabilito dalla delibera provinciale 1765 del 7/10/2016 (reddito non superiore ai 20.000 euro) potrebbe essere aumentato di altri 3.000 euro, permettendo ad altri studenti di poter ricevere una borsa di studio».
«La Provincia - prosegue il collettivo - investirà un milione di euro in più per finanziare meno borse di studio, ma l’Opera Universitaria l’anno scorso già prevedeva più di due milioni di euro di tagli per l’erogazione di borse di studio. Questi punti ci parlano di una riforma e un piano politico che mirano a tagliare gli aventi diritto alle borse di studio ma anche a tagliare sensibilmente le risorse finanziarie per le stesse borse».
«Eppure - concludono - i soldi ci sono, sebbene vengano spesi male. La nuova biblioteca centrale delle Albere, che verrà inaugurata a breve, è uno degli esempi di speculazione politico-economica della Provincia autonomia di Trento che si ripercuote pesantemente sull’ateneo trentino.
A giorni infatti aprirà una biblioteca più piccola rispetto alle esigenze dell’Università, che complessivamente è costata circa 70 milioni di euro. L’assessora all’Università Sara Ferrari e i politici locali vorrebbero trasformare l’Università in un’istituzione formativa elitaria, classista, accessibile solo a coloro che hanno propri mezzi economici per farlo. Noi al contrario vogliamo che l’università continui ad essere un luogo di accessibile a tutt*, indipendentemente dal reddito familiare».