Portaborse salvi in Regione Si punta all’assunzione diretta
Non solo i consigli provinciali di Trento e Bolzano ma anche il consiglio regionale potrebbe decidere di assumere direttamente i collaboratori dei gruppi (i cosiddetti portaborse) per aggirare la norma contenuta nella riforma costituzionale per il taglio dei costi della politica, che vieta il finanziamento dei gruppi consiliari, che oggi ricevono soldi sia per lo svolgimento dell’attività, che per l’assunzione del personale di fiducia.
Il problema ovviamente si porrà solo se il 4 dicembre al referendum confermativo prevarranno i Sì e la riforma sarà approvata, altrimenti i gruppi politici potranno continuare a ricevere i fondi come avviene oggi.
Intanto, i consiglieri regionali si preparano a questa eventuale novità. Oggi è prevista infatti una riunione dei capigruppo del consiglio regionale, convocato dal presidente Thomas Widmann, nella quale il vicepresidente Lorenzo Ossanna spiegherà i contenuti del documento condiviso a fine ottobre dalla Conferenza dei presidenti dei consigli regionali e delle Province autonome con cui tutte le assemblee si sono espresse a favore dell’assunzione del personale da parte dei Consigli stessi per metterlo poi a disposizione dei gruppi, partendo dal presupposto che i consiglieri non possono fare a meno dei collaboratori per la loro attività e non possono farsene carico con l’indennità che ricevono.
«L’ipotesi - spiega Lorenzo Ossanna, che ha partecipato alla Conferenza dei presidenti assieme a Walter Viola, vicepresidente trentino, e Roberto Bizzo, presidente del consiglio altoatesino - è di arrivare a un accordo con lo Stato, dopo il referendum se passerà il Sì, che definisca questa possibilità per le spese di personale. Va sottolineato che in Trentino Alto Adige abbiamo tra le indennità più basse e i finanziamenti ai gruppi più bassi rispetto a molte altre Regioni».
Il regolamento sui fondi ai gruppi del consiglio regionale, che di fatto vanno agli stessi consiglieri provinciali, visto che il consiglio regionale è formato dalla somma dei 35 consiglieri della Provincia di Trento e dei 35 di Bolzano, riguardo ai collaboratori dice che «le spese per il personale assegnato ai gruppi vengono assunte in via generale dai consigli provinciali».
Si aggiunge però anche che: «È facoltà del capogruppo, per far fronte alle spese di personale mediante contratto di collaborazione a tempo determinato o tramite contratto di lavoro subordinato o autonomo, anche di carattere occasionale, di chiedere per ogni componente del gruppo l’assegnazione fino all’importo massimo di 5.400 euro a carico del bilancio del consiglio regionale».
Ogni gruppo regionale riceve un contributo annuale di 5.760 euro massimo per ogni consigliere che ne fa parte. Mentre il contributo per l’attività viene dato a tutti i gruppi quello per il personale è facoltativo e deve essere chiesto dal capogruppo. Alcuni hanno colto questa opportunità, altri no, come si può vedere, ad esempio, dal rendiconto 2015 dei gruppi regionali, l’ultimo pubblicato.
Il Patt è il partito che nel 2015 ha ottenuto più soldi dal consiglio regionale per il personale chiedendo l’importo massimo per 6 consiglieri del gruppo (escluso il presidente Ugo Rossi e l’assessore Michele Dallapiccola) ovvero 32.400 euro anche se poi a fine anno ne ha spesi 12.833 (la cifra restante si sommerà comunque ai fondi chiesti per il 2016).
Sono serviti per l’assunzione come collaboratore del gruppo di Simone Marchiori (a sinistra nella foto con Franco Panizza) che è anche il vicesegretario del partito. Hanno chiesto il massimo anche il Movimento 5 Stelle, che con due consiglieri vuol dire 10.800 euro e l’Upt, che con tre consiglieri (esclusi i due assessori provinciali) ha avuto 16.200 euro per il personale e fra i gruppi trentini la Lega Nord. Il Pd e la Svp hanno invece rinunciato ai fondi regionali per i portaborse. Se per ipotesi i capigruppo chiedessero i soldi per per tutti i 70 consiglieri (comprendendo anche assessori e presidenti) il costo annuale sarebbe di 378.000 euro.
A livello di consiglio provinciale di Trento, per altro, i gruppi politici già possono godere oggi complessivamente della collaborazione di 26 portaborse per un costo a carico del bilancio pubblico di 1.170.000 euro, quindi i fondi regionali di fatto sono un di più.