Canzoncina di Natale bocciata dalla Lega Nord
Polemica per la storia in musica di Babbo Natale che porta in dono permessi di soggiorno ai migranti
Si dice «sconcertato» per il «rancore» con cui è stato bollato «l’ardire di immaginare un Babbo Natale che regala permessi di soggiorno ad un bambino immigrato».
Marco Testoni è autore, con Mario Zanotelli, della canzoncina «Natale di cioccolata», messa all’indice ieri dalla Lega Nord che ha bocciato quel «sacco pieno di permessi di soggiorno» portato in dono da Babbo Natale, contenuto nel brano scelto in una scuola media di Sorbolo (Parma) tra i canti delle festività.
Per il Carroccio è «propaganda politica» in classe: «Roba da pazzi - era intervenuto il leader Matteo Salvini -. Qualcuno vuole fare il lavaggio del cervello ai nostri figli».
Il compositore Marco Testoni difende invece la sua «pacifica canzone di Natale per bambini» bersagliata dal «rancore» e invita a «fare molta attenzione, perché la rozzezza del pensiero di questi politici affonda le radici nel silenzio colpevole di chi abbassa lo sguardo e non reagisce».
Testoni rivendica così la libertà di «un’espressione artistica» che esprime «vicinanza e solidarietà» per un bambino migrante. Alle voci sull’intenzione di «autocensura» della scuola gli autori replicano fermamente: «Non toccate quella canzone».
«Ci giunge voce - prosegue Testoni - che la scuola abbia parlato di un’intenzione di accondiscendente autocensura, si parla cioè di modificare il testo della canzone in fase di recita finale: ebbene, non lo possono fare. Non alle spalle degli autori e noi certamente non intendiamo permetterlo».
Il segretario della Lega Nord Emilia, Gianluca Vinci, aveva annunciato ieri un’interrogazione del deputato leghista Guido Guidesi al Ministero dell’Istruzione: «Un’interrogazione parlamentare per un’innocente canzoncina» replicano gli autori del brano e del disco per bambini «Buon Natale in 100 lingue», edito dalle Paoline. Questo, prosegue Testoni, è il «diffuso fervore dell’ignoranza che non guarda più in faccia nessuno».
«Siamo oramai arrivati al punto che un autore, attraverso un’espressione artistica legata per di più al Natale, non ha più facoltà e libertà di esprimere vicinanza e solidarietà nei confronti della condizione di un bambino se questo è un migrante».
E stigmatizza che la polemica leghista coinvolga «una scuola, cioè il principale luogo deputato alla diffusione della conoscenza. Senza contare che stiamo parlando di Natale: simbolo per antonomasia di carità e accoglienza».