Pitbull contro cocker Condannata per i morsi
Il sottopassaggio che collega la stazione dei treni con piazza Dante, per qualche istante, si era trasformato in una sorta di far west: da una parte due pitbull e dall’altra due cocker, con i rispettivi proprietari. Una zuffa costata cara alla proprietaria dei due pitbull, finita a processo e condannata a pagare quasi 2000 euro.
Nel parapiglia, infatti, la peggio era toccata ai secondi: il proprietario dei cocker aveva rimediato un morso ad una spalla ed anche uno dei cani era rimasto ferito. La padrona dei pittbul era stata denunciata per lesioni personali colpose: secondo l’accusa «per imprudenza, negligenza, imperizia, conducendo per la pubblica via due cani di razza pitbull senza museruola e con l’unica precauzione di tenerli al guinzaglio» causava alla parte offesa «che veniva attaccato dai due pitbull», lesioni personali guaribili in 6 giorni. La vicenda, finita sul tavolo del giudice di pace, nell’agosto 2016 si era conclusa con la condanna della donna a pagare 258 euro di multa, oltre alle spese processuali, al risarcimento in favore della parte civile di 700 euro e alla rifusione delle spese di costituzione di parte civile (800 euro). La donna ha presentato appello, ma ieri il giudice ha confermato la condanna.
L’episodio era successo la sera del 21 agosto 2014. A raccontare quei momenti di paura e concitazione erano state le parti offese: Michele Failo Anesi, istruttore di difesa personale e la moglie. Anesi aveva affrontato i due pitbull a mani nude per cercare di salvare i suoi cani.
«Ho estratto lo spray al peperoncino e l’ho spruzzato sugli occhi e la bocca di uno dei due pitbull. La sostanza lo ha stordito - aveva raccontato - e sono riuscito a prenderlo alle spalle e mettergli una mano intorno al collo».
Anesi era finito al pronto soccorso ed anche uno dei due cocker era rimasto ferito.
Dopo la denuncia della vittima, rappresentata dall’avvocato Matteo Benvegnù, la vicenda aveva imboccato i binari penali, con la prima condanna di maggio. Una sentenza che l’imputata, assistita dall’avvocato Fabio Valcanover, aveva però impugnato. Secondo la difesa quanto successo non era addebitabile a negligenza della donna, che non avrebbe potuto prevedere di incrociare in quello stretto passaggio altri due cani.
Quanto all’assenza della museruola, la difesa ha sottolineato che il regolamento comunale ne prevede l’utilizzo nei locali pubblici e nei luoghi aperti al pubblico e in vie dove si possano configurare situazioni di affollamento. Ma la «rissa» era scoppiata di sera, in una zona non certo affollata, tanto più che anche gli altri due cani erano senza museruola. Il giudice ha però ritenuto l’imputata colpevole.