Gallo: esemplare sentenza a Trento sulla fecondazione
La decisione del Tribunale di Trento in merito al trattamento di fecondazione eterologa «è importante perchè da un lato afferma l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato il divieto di applicazione di tecniche eterologhe, e dall’altro lato afferma il principio di uguaglianza nell’accesso alle cure».
Lo afferma Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, ricordando la decisione presa ieri dal giudice su ricorso di una coppia cui l'Azienda sanitaria trentina aveva negato l'assistenza.
«Le coppie sterili - sottolinea Gallo - devono poter accedere nelle strutture pubbliche alla Procreazione medicalmente assistita (pma) eterologa al pari delle tecniche omologhe».
In Lombardia lo scorso anno, ricorda, «per una coppia sterile si è ottenuto l’annullamento della delibera che prevedeva l’intero costo del trattamento eterologo nel pubblico a carico della coppia, mentre per l’omologa le coppie pagavano solo un ticket.
Il Tar prima e il Consiglio di Stato dopo hanno condannato la regione Lombardia annullando la delibera che creava palese discriminazione in base alla gravità della patologia nell’accesso alle cure». Così anche in Veneto, sempre grazie ad una coppia è stata annullata dal Tar la delibera che limitava a 46 anni l’età per l’accesso alla pma eterologa nel pubblico mentre per l’omologa era previsto un limite di età di 50 anni.
Attualmente, precisa Gallo, «nel pubblico è possibile accedere per l’eterologa solo in Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Nel privato, invece, in tutte le regioni». Con i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), che stanno per essere pubblicati in Gazzetta ufficiale, però, tutte le regioni dovranno adeguarsi e fornire nel pubblico tutte le tecniche di pma a carico del Servizio sanitario nazionale.
«Spiace dover rilevare che debbano essere ancora i giudici ad affermare diritti per le coppie che non riescono ad avere una gravidanza. La politica - conclude Gallo - deve assumersi la responsabilità di dare risposte, rispettare i diritti dei cittadini e garantire libertà. Il limite economico non può essere e non deve essere un limite all’accesso alle cure».