Golf e bike park sul Bondone Contrari anche i cacciatori
Anche i cacciatori dicono «no» ai progetti di sfruttamento della piana delle Viote a fini turistico-sportivi. A preoccupare le doppiette del Bondone è l’idea di realizzare un campo da golf nella zona delle caserme ma soprattutto l’intenzione di sfruttare le pendici del Palon con percorsi per le mountain bike.
«Dopo quello che ho letto e sentito nelle scorse settimane sono rimasto sconcertato» confessa Italo Failo, rettore della riserva di caccia Trento Ovest.
Failo parte dalla storia - che pochi, anche tra gli amministratori attuali della città, conoscono fino in fondo - per ricordare come già in passato le Viote erano state addocchiate come terra per lo sfruttamento turistico.
L’atto di vendita tra Regione e Comune di 180 ettari all’epoca di Demanio Regionale, comprendenti anche i terreni verso Lagolo, firmato nel 1963 prevedeva addirittura di destinare l’area per la costruzione di grandi alberghi e condomini con migliaia di posti letto, oltre a impianti di risalita, piste da sci e un laghetto artificiale.
Tutto questo fortunatamente è rimasto solo sulla carta, a parte lo scheletro di un palazzo mai terminato, il cosiddetto rudere Sice, rimasto per decenni al centro della piana a ricordo dello scempio evitato.
«Purtroppo - afferma Failo - di tanto in tanto, qualcuno si inventa nuove idee per rilanciare il Monte Bondone. Quella più interessante era di realizzare un Parco naturalistico, ma non si sa che fine abbia fatto. Poi il Patto territoriale, che non mi sembra, se si continua a voler rilanciare, abbia avuto particolari risultati, se non quello di aver investito, da parte dell’Ente pubblico, qualche centinaia di migliaia di euro.
Arriviamo ai giorni nostri e purtroppo la storia non ha insegnato niente ai nuovi amministratori. Tirano fuori dal cilindro nuove idee: la funivia Trento-Monte Bondone dicono si porterà in quota l’eldorado. Invece che un parco vogliono un luna park, con l’illuminazione notturna delle piste, un «bike park», una giostra di biciclette dalle ruote grasse che percorrendo le pendici del Palon vanno a distruggere quelle piccole aree ancora naturali importantissime per l’accoppiamento e la nidificazione del gallo forcello».
Qui il rettore della riserva apre un capitolo a parte, ricordando l’impegno dei cacciatori per limitare la crescita del pino mugo e del bosco in generale e quindi creare o mantenere delle piccole radure adatte a facilitare la crescita del gallo forcello: decine di giornate e centinata di ore di lavoro volontarie e gratuite.
«Molti diranno che parliamo perché siamo interessati alla caccia, ma a parte i due o tre prelievi all’anno previsti la verità è che sul Palon non ci andiamo mai, proprio per mantenere un habitat ideale alla fauna e di conseguenza a favore di tutta la comunità» sostiene Failo.
«Ora - aggiunge - che qualcuno pensi di distruggere tutto il nostro lavoro e “arare” il Palon con diversi tracciati di piste per le biciclette mi sembra una idea estremamente sconsiderata. Se c’è un assessore all’ambiente nel Comune di Trento, penso che debba rispondere di certe scelte».
Quanto al campo da golf lo definisce «un altro progetto balzano e uno scippo dei prati delle Viote non ai cacciatori, che quella zona non l’hanno mai usata, ma alla cittadinanza».