Padella d'olio bollente in faccia all'alunno
Una pentola d’olio bollente in faccia. L’incidente è accaduto tre anni fa in una scuola media cittadina durante un laboratorio di cucina.
Ora per quel grave infortunio a pagare non sarà né la Provincia, né la cooperativa a cui appartenevano gli educatori “distratti”, ma l’Istituto comprensivo numero 7 di Gardolo a cui appartiene la scuola.
Per fortuna le lesioni, niente affatto banali visto che si parlava di ustioni di 1° e 2° grado al volto e al collo, non hanno causato gravi danni permanenti. Alla fine il Tribunale ha condannato la scuola media a risarcire ai genitori del ragazzino minorenne 13.292 euro.
Il fatto risale al 14 aprile del 2014. Erano le 10 e 15 quando il giovane, all’epoca 14enne, veniva «colpito al volto - si legge in sentenza - da una padella piena di olio bollente».
Gli alunni in quel momento stavano seguendo un laboratorio settimanale di cucina affidato a personale di una cooperativa esterna. I legali della famiglia, gli avvocati Paolo Mazzoni e Danilo Pezzi, hanno però citato in giudizio solo l’Istituto comprensivo.
Una scelta ritenuta corretta dal giudice Michele Maria Benini che sottolinea come «con l’accoglimento della domanda di iscrizione all’anno scolastico, tra l’istituzione scolastica ed i genitori del minore si è perfezionato un contratto sociale dal quale discende l’obbligo in capo all’istituzione stessa di vigilare sulla sicurezza e sull’incolumità dell’alunno per tutto il tempo in cui questi fruiva della prestazione scolastica».
Così però non è stato. Per la disattenzione degli educatori della cooperativa a cui era stato affidato il laboratorio pagherà l’Istituto comprensivo (che poi potrà rivalersi). L’infortunio, infatti, forse poteva essere evitato. «Nessun dubbio - si legge in sentenza - può sussistere in ordine alla responsabilità degli educatori della cooperativa che nulla hanno fatto per evitare che succedesse l’incidente, non avendo adottato la minima precauzione affinché una qualche manovra errata provocasse la fuoriuscita dell’olio bollente dalla pentola».
Pare infatti che in quel momento l’educatrice si trovasse non accanto ai fornelli, ma alla finestra e dunque non avrebbe assistito all’accaduto. E «trattandosi di minori in età adolescenziale - sottolinea il giudice - ci si poteva immaginare che qualcuno potesse compiere un gesto come quello fatto, senza una qualche ragione apparente, dall’altro ragazzo».
Quella che doveva essere una festa culinaria multietnica - l’idea era che ogni alunno cucinasse un piatto tipico del suo paese di provenienza - si trasformò in un dramma. Il ragazzino fu subito trasferito in pronto soccorso al Santa Chiara dove veniva riscontrata «un’ustione del volto e torace con olio bollente e bruciore oculare...».
La guarigione è stata lunga, ma per fortuna pressoché totale. Il medico legale ha quantificato il danno biologico permanente in misura del 5%. C’è stato poi un danno temporaneo parziale al 50% per 45 giorni e un danno biologico temporaneo minimo del 25% per altri 45 giorni. In totale il conto per la scuola supera i 13 mila euro a cui vanno aggiunti 2.300 euro per pagare le spese legali di controparte.