Veronica non perde i 2 milioni al mese

Ennesimo round nel braccio di ferro a colpi di sentenze tra Silvio Berlusconi e la ex moglie Veronica Lario. La Cassazione ha confermato l'assegno di due milioni di euro al mese in favore della Lario, perché Silvio Berlusconi «è uno degli uomini più ricchi del mondo» ed è «rilevante» la disparità dei suoi redditi rispetto a quelli della moglie Veronica Lario.

I supremi giudici hanno respinto il ricorso del leader di Forza Italia contro il maxiassegno, rilevando che la separazione «non elide la permanenza del vincolo coniugale» e il dovere di assistenza garantendo il precedente tenore di vita.

Diversamente dalla fase del divorzio, quando «cessano» i doveri di solidarietà coniugale, nelle cause di separazione l'ex coniuge più facoltoso «ha ancora il dovere di garantire al partner separato lo stesso tenore di vita del matrimonio», sottolinea la Cassazione nelle motivazione della sentenza sulla separazione tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, con conferma del'assegno di due milioni mensili per la donna.

Il verdetto fa riferimento alla recente sentenza sul divorzio che ha mandato in soffitta il principio del tenore di vita, dicendo che non si applica alle separazioni.


SI SPERA NEGLI ACCORDI MATRIMONIALI

Gli uomini che, dopo la separazione di sentono spremuti come limoni dalle ex mogli, sperano nell'appovazione della legge sugli accordi prematrimoniali.

Mentre la Cassazione rivoluziona le regole per il divorzio è ferma in commissione Giustizia alla Camera la proposta di legge sugli accordi prematrimoniali. Il testo, che regolamenta i termini economici di una eventuale separazione prima del matrimonio, è stato depositato alla Camera dei Deputati il 15 ottobre 2014 ed è firmato dai deputati Alessia Morani (Pd) e Luca D'Alessandro (Ala).

La proposta di legge è ferma in commissione Giustizia alla Camera. Il 23 febbraio 2017 è iniziato l'esame del provvedimento e successivamente, il 14 marzo il Movimento cinque stelle ha fatto richiesta di un ciclo di audizioni sul tema. Si possono dunque ipotizzare tempi lunghi visto che il testo non è ancora in calendario in Aula.

«Obiettivo della proposta di legge - si legge nella relazione che introduce il testo - è quello di rafforzare e rilanciare l’istituto del matrimonio e di favorire l’accesso allo stesso con la giusta meditazione e serietà, nonostante che possa dare a un osservatore poco attento l’impressione opposta».

Il testo prevede che i futuri coniugi, prima di contrarre matrimonio, stipulino, di fronte all'avvocato, accordi prematrimoniali volti a disciplinare i rapporti dipendenti dall’eventuale separazione o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Gli accordi prematrimoniali riguardanti i figli minori o economicamente non autosufficienti devono essere autorizzati dal procuratore della Repubblica presso il tribunale competente. Negli accordi prematrimoniali un coniuge può attribuire all’altro una somma di denaro periodica o una somma di denaro una tantum ovvero un diritto reale su uno o più immobili, anche con il vincolo di destinare i proventi al mantenimento dell’altro coniuge o al mantenimento dei figli fino al raggiungimento della loro autosufficienza economica. In ogni caso ciascun coniuge non può attribuire all’altro più di metà del proprio patrimonio.

Tramite gli accordi prematrimoniali un coniuge può anche trasferire all’altro coniuge o a un terzo beni o diritti destinati al mantenimento, alla cura o al sostegno di figli disabili. Con gli accordi prematrimoniali, in deroga al divieto dei patti successori e alle norme in materia di riserva del coniuge legittimario, possono essere previste anche norme per la successione di uno o di entrambi i coniugi, fatti salvi i diritti degli altri legittimari. I patti possono essere modificati in qualunque momento anche durante il matrimonio.

Nelle sentenze sulla separazione i giudici devono tenere conto dell'accordo prematrimoniale. I ricorsi di separazione e di divorzio devono contenere il riferimento agli accordi prematrimonali.

 

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