Stop agli zainetti pieni Manzoni, proposta didattica
Dimenticare i banchi di scuola monoposto disposti in fila ordinata di fronte alla cattedra e pensare a un'aula suddivisa in vari spazi con tavoli dove i bambini possono lavorare in gruppo. Bambini che non arrivano a scuola con il classico zaino pieno zeppo di libri e quaderni ma con una leggera cartellina contenente solo i compiti per casa.
Questo è il primo aspetto che salta all'occhio guardando all'innovativa proposta didattica «Senza zaino» che si sta diffondendo in Italia e che è stata descritta nei giorni scorsi dall'ideatore toscano Marco Orsi nell'aula magna delle scuole Manzoni. Comunità, responsabilità e ospitalità sono i valori su cui si fonda il metodo, nato all'inizio del 2000 e diffuso in circa 270 scuole italiane, stuzzicando anche l'interesse dell'associazione dei Genitori Montessori di Trento Libera-Mente che ha organizzato la presentazione.
Una modalità che prevede l'apprendimento collettivo, con pochi libri e con materiale condiviso, lavorando in ambienti funzionali dotati di una grande varietà di strumenti didattici tattili e digitali. Come spiegato da Orsi, «un luogo dove l'ordine e la classificazione degli oggetti diventa fondamentale per sviluppare l'autoapprendimento del bambino».
Nell'aula, «isole-laboratorio» che possono scomporsi e una speciale «agorà», un angolo dove si sta seduti su cuscini e divanetti leggendo e discutendo tra schedari, raccoglitori e materiale di ogni tipo. Diverse le particolarità, tra cui ad esempio quaderni con particolari righe e quadretti pensati appositamente per facilitare la scrittura e favorire l'ordine, segnaletiche per definire il momento di lavoro dei bambini senza l'aiuto del docente, attenzione al silenzio e alla gestione del rumore, giochi matematici e software didattici. «Con i materiali a loro disposizione i bambini imparano a muoversi in completa autonomia e ad auto-correggersi con l'aiuto di diversi stimoli ad hoc».
Un metodo in sintonia con il pensiero montessoriano e che «vuole rendere la scuola un luogo dove i bambini siano liberi di diventare protagonisti, responsabilizzati al loro lavoro e motivati a fare del proprio meglio facendo leva sulla loro creatività». Qualche dubbio espresso da alcune insegnanti presenti che, pur apprezzando il metodo dedicato alla scuola primaria e secondaria di primo grado, vedono al momento dei limiti derivanti innanzitutto dalla difficoltà che i bambini educati in questo modo incontrerebbero passando alle superiori che ancora seguono i metodi didattici tradizionali, considerando inoltre le implicazioni che possono derivare dall'affiancare due metodi didattici completamente diversi all'interno di una stessa scuola.