Sicurezza a Trento, i tempi del sindaco Andreatta Scontro politico sul degrado nel capoluogo
Dopo giorni di polemiche su come gestire i problemi di piazza Dante a Trento, ieri si è riunito il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. È stata proposta la creazione di un presidio interforze con videosorveglianza con un ufficio in piazza.
Al Comune è stato chiesto un potenziamento dell'illuminazione, mentre sulla recinzione il commissario del governo Gioffrè frena: «Non è la panacea di tutti i mali».
Individuata l'area, in pratica tutto il centro città, dove il sindaco potrà adottare i provvedimenti di allontanamento nei confronti di chi viola le regole.
LA POLEMICA DEI GIORNI SCORSI
«Sul piano politico provo molto sconcerto e molta amarezza per l’uscita di Rossi. Sul piano della risposta concreta, dico che appena il Consiglio comunale approverà la modifica del regolamento di polizia urbana con i luoghi dove si può applicare il Daspo urbano di 48 ore, lo applicherò subito dopo».
Alessandro Andreatta, sindaco di Trento, messo sotto tiro anche dal presidente della Provincia per la questione di Piazza Dante e per le presunte mancate risposte al tema del degrado cittadino, replica con decisione e sottile ironia agli attacchi di Ugo Rossi. Che lo ha criticato per l’assenza della squadra anti-degrado dei vigili e per il fatto di non aver dato ancora risposte concrete alla cittadinanza su piazza Dante.
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Andreatta chiarisce innanzitutto di non aver capito con quale ruolo Rossi ha parlato. «Non so se è stato Ugo Rossi, ex segretario del Patt che ha fatto riferimento alla proposta di recinzione di Piazza Dante o Ugo Rossi come ragioniere capo della Provincia che ricordava l’uso di risorse della stessa o se era l’Ugo Rossi che è responsabile alla fine anche se se ne occupa più Daldoss del servizio sicurezza dei vigili urbani dei Comuni, progetto sul quale ci sarebbe molto da dire».
Poi replica: «Io dico che secondo me Ugo Rossi è il presidente della giunta provinciale di Trento e voglio avere rispetto del suo ruolo istituzionale, ma chiedo che anche lui abbia rispetto del sindaco del capoluogo, con il quale credo ci sia pari dignità istituzionale. Lui rispetti me e il mio ruolo». Per Andreatta «la logica tra persone alla guida delle istituzioni è quello di cooperare e confrontarsi per addivenire alla soluzione migliore del problema. Vorrei che ci fosse un rapporto alla pari e che ci si parli in stile collaborativo».
Poi Andreatta spiega che trova curioso il fatto che ci sia un attacco da parte di chi «è garante di una coalizione politica che è omogenea alla coalizione che sostiene il sindaco. Infine, sul piano politico, c’è un altro aspetto di credibilità delle istituzioni o dei soggetti che sono chiamati a risolvere il problema, e cioè il fatto che la gente non apprezza se uno vuole dimostrare di essere più bravo dell’altro o giocare allo scaricabarile, ma ritiene invece credibili coloro che sono responsabili. La Provincia fa la sua parte, il Comune la sua parte e lo Stato con le forze dell’ordine la propria. Non andiamo a intervenire su quello che l’altro sa fare meglio degli altri, il presidente della Provincia, non faccia il sindaco. In questa partita non è che vince chi arriva primo o in pochissime ore butta fuori una proposta, ma vince chi ha l’idea migliore».
Poi Andreatta risponde anche nel merito: «Per quanto riguarda la squadra anti-degrado, qui sono operativi 11 su 12, anche se qualcuno di essi è in una fase di formazione. Uno è assunto a tempo indeterminato e 10 a tempo determinato perché la Provincia paga per tre anni che è meglio di niente e noi siamo grati. Assumeremo il 12° a breve e la squadra in totale si occupa di quelli che sono i luoghi più delicati».
Oggi tra l’altro, alle 10.45 è previsto l’incontro al Commissariato del governo «con un percorso iniziato ben prima del decreto di Minniti e fatto di ipotesi di luoghi dove potrà scattare il Daspo urbano. Una volta resi ufficiali tali luoghi, se sarà fatto subito, lunedì li porterò all’attenzione della capigruppo e poi all’attenzione del Consiglio comunale per cambiare il regolamento di polizia urbana. Regolamento che individuerà i luoghi precisi per cui chi si comporta in modo non urbano potrà subire l’espulsione attraverso il Daspo urbano di 48 ore firmato dal sindaco. Mentre per quello più lungo occorre che lo faccia il questore».
Per quanto riguarda i luoghi da individuare, la legge Minniti prevedono parchi, monumenti, edifici culturali, palazzi storici comprese le chiese, luoghi interessati da flussi turistici, stazioni e aeroporti. Una volta che il Consiglio comunale «avrà approvato il nuovo regolamento, chi dentro quei si macchia di azioni contro la legge potrò fare l’allontanamento per 48 ore e poi per quello più lungo spetterà alla Questura».
I tempi: «Se la riunione col commissario del governo approverà la lista dei luoghi, lunedì in conferenza dei capigruppo poterò una bozza e poi si entro fine luglio potrà esserci l’approvazione del Consiglio, altrimenti si andrà a inizio settembre».
Ufficialmente ancora una lista dei luoghi dove si potrà applicare il Daspo urbano (Divieto di accesso) di 48 ore non c’è, ma si può già dire che ci saranno dentro piazza Dante, piazza Santa Maria e gli altri luoghi che in questi mesi e anni sono stati soggetti al degrado, allo spaccio e a situazioni di attività contrarie all’ordine pubblico e al decoro urbano, così come prevede appunto il decreto sul Daspo urbano varato nei mesi scorsi dal governo Gentiloni e firmato dal ministro dell’interno Marco Minniti.