Siccità in Trentino il fieno ha subito un calo del 30%
In Trentino la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%.
La siccità ha fatto ulteriori danni dopo quelli, gravissimi, provocati dalle gelate con perdite anche del 100% in alcune aziende frutticole della Val di Non, della Val di Sole e della Valsugana.
Lo sostiene Coldiretti che ieri a Roma ha riunito i presidenti di provincia e regione dell'associazione, Trento compresa, per approvare il bilancio ma soprattutto per fare il punto sulla situazione agricola. Le perdite a coltivazioni e allevamenti causate dal clima salgono quest'anno, a livello nazionale, a 2 miliardi di euro.
Ma la preoccupazione è grande anche sul versante dei trattati commerciali, primo fra tutti il Ceta col Canada.
Secondo il Dossier Coldiretti, presentato ieri a Roma dal presidente nazionale Roberto Moncalvo , i danni provocati all'agricoltura da un andamento climatico 2017 del tutto anomalo sono ormai arrivati a 2 miliardi. Nei campi coltivati lungo tutta la Penisola, con il grande caldo e la crisi idrica, è sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l'alimentazione degli animali da latte. L'allarme siccità si è ormai esteso a oltre i due terzi della superficie agricola nazionale ed è scoppiato l'incubo incendi.
I violenti nubifragi con trombe d'aria e la grandine a macchia di leopardo hanno poi fatto salire il conto dei danni.
«Per quanto riguarda noi - afferma il presidente di Coldiretti del Trentino Gabriele Calliari - l'emergenza incendi è meno forte, nel complesso li sappiamo gestire. Ma Moncalvo nella sua relazione ha citato i pesanti danni delle gelate, soprattutto in Val di Non, e il problema siccità che ha colpito la fienagione.
La produzione del primo taglio del fieno, quello più proteico, è calata di almeno il 30%. Fino a qualche giorno fa era in forse anche l'alpeggio, poi ha piovuto e la situazione nelle malghe è migliorata». Calliari ricorda che in assemblea si è parlato anche del Ceta, l'accordo commerciale col Canada che, secondo Coldiretti, danneggerebbe le produzioni tipiche italiane.