Agricoltura, vigne devastate Provincia: «Stato di calamità»
«Non c’è pace per l’agricoltura trentina, colpita dagli eventi meteorologici che hanno caratterizzato un’annata agraria che, già oggi, in molti considerano perduta.
Le ultime grandinate, quelle che si sono abbattute ieri sera, non hanno fatto altro che aggravare una situazione che, dopo le gelate della scorsa primavera, il successivo periodo di siccità e le tempeste unite alle trombe d’aria che hanno martellato frutteti e vigneti nella giornata di domenica scorsa e le nuove grandinate, particolarmente pesanti, di ieri, appare particolarmente grave».
È quanto si legge in un comunicato dell’ente Provincia. L’assessore Michele Dallapiccola ha incontrato il suo staff.
Si attendono gli esiti dell’analisi approfondita dei danni e delle superfici coltivate colpite dalla grandine. Se ne sta occupando il Servizio Agricoltura con gli Uffici periferici e la Fondazione Mach
Domani la giunta provinciale adotterà una nuova delibera con la dichiarazione dello «stato di calamità» ai fini dell’attivazione del fondo di solidarietà nazionale.
«Parleremo di questa calamità - dice Dallapiccola - affrontando il tema anche dal punto di vista degli interventi che potremo attivare in prospettiva, perché è chiaro che simili nefasti eventi naturali sono destinati a non rimanere episodici e a ripetersi anche in futuro, nonché degli spazi di miglioramento e di potenziamento del sistema, già per altro efficiente, di gestione del rischio».
Secondo quanto ricostruito fino a questo momento dai tecnici della Fondazione Mach (Istituto agrario di San Michele), gli eventi temporaleschi della serata del 9 agosto hanno colpito la zona a nord di Trento, da Gardolo fino a Roverè della Luna, incluso Salorno.
Il fronte principale della grandinata è arrivato dalla Paganella ed ha colpito Mezzocorona, Mezzolombardo, Zambana, Nave San Rocco e parte della val di Cembra. Altri fronti hanno colpito Gardolo, Lavis, Pressano, la bassa valle di Cembra, San Michele all’Adige, Faedo e Roverè della Luna.
I danni alle colture appaiono ingenti in particolare nelle zone a sud di Mezzocorona e Mezzolombardo, fino a Zambana. È risultata, inoltre, molto colpita la valle di Cembra, nei comuni di Giovo e Lisignago.
Per quanto riguarda la viticoltura, nelle zone più colpite i grappoli sono stati danneggiati e spesso i vigneti quasi del tutto defogliati. «Le grandinate vicino alla vendemmia in viticoltura sono le peggiori - spiega Maurizio Bottura, responsabile dell’Unità Viticoltura del Centro Trasferimento Tecnologico - poiché danneggiano gli acini da cui fuoriesce il mosto, che è ricco di zuccheri, substrato favorevole ad attacco di Botrite e marciume acido».
Si spera, dunque, nel tempo asciutto nei prossimi giorni che favorisca una rapida cicatrizzazione così da poter arrivare in vendemmia al momento ottimale con uve sane. Altrimenti l’alternativa è la vendemmia anticipata.
In altre zone la situazione è risultata migliore e più facilmente gestibile con alcuni acini rotti e viti non defogliate. Per quanto riguarda il melo, la produzione risulta compromessa nei frutteti fuori rete antigrandine.
A questi danni si aggiungono quelli arrecati alle serre delle coltivazioni di piccoli frutti segnalati dalla Cooperativa Sant’Orsola.
Il video della pioggia abbattutasi su Lavis (Maso Callianer):
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Inviato da Daniela Ugolini