Mustoni di Life Ursus : impossibile espatriare gli orsi
Mustoni, lei è zoologo e fu coordinatore di Life Ursus.Che ne pensa dell'epilogo di KJ2?
Non entro nel merito, ma in generale è possibile intervenire anche con l'abbattimento di un esemplare problematico e non è una misura che deve essere considerata tabù. Nel piano faunistico del Parco così come in quello provinciale quest'ipotesi era già prospettata.
Nel 1998, quando ero coordinatore del progetto Life Ursus, mi ero speso perché si trattasse la questione di esemplari problematici. È un atto di grande responsabilità da parte dell'uomo sopprimere una vita animale, deve esserlo, ma mi rifaccio anche al principio che abbiamo delle espresse responsabilità nei confronti dell'intera popolazione di orsi che per me come zoologo, sono prioritarie sulla vita di un singolo individuo. La mia professione, è quella di coloro i quali devono curare un equilibrio complesso, dalle popolazioni animali agli equilibri ecosistemici oltre a quelli sociali fra le popolazioni animali e l'uomo.
Perchè un'orsa sviluppa un comportamento anomalo come KJ2?
È una caratteristica che conosciamo della specie, un comportamento problematico ma anche prevedibile da parte di una certa percentuale di orsi sul territorio. In tutte le esperienze che conosciamo e sono riportate in letteratura una percentuale tra il 10 e il 20% di orsi mostra segni di problematicità, dal rovinare un apiario aumentando fino al livello di interazioni negative con l'uomo. Nello studio di fattibilità per la reintroduzione dell'orso sulle alpi centrali realizzato nel 1997, e pubblicato l'anno dopo, quindi prima del rilascio degli orsi, questi eventi sono descritti in modo dettagliato, nulla è stato mai nascosto
I critici sostengono che l'introduzione di orsi sloveni, diversi dagli esemplari che naturalmente popolavano le Alpi, fu un errore. Cosa ne pensa?
Un'illazione: le popolazioni di orsi trentine e slovene si sono separate in tempi recenti, due o trecento anni che per la natura è un'inezia. L'entità faunistica dell'orso bruno che abita la Slovenia è la stessa degli orsi che c'erano prima sulle Alpi.
Si aspettava che Life Ursus sarebbe evoluto in questo modo?
Non abbiamo registrato situazioni anomale che non fossero già previste dagli strumenti programmatori. Gli orsi qui stanno semplicemente facendo gli orsi. Lo sviluppo numerico della popolazione era previsto, così come la problematicità di alcuni individui. Quando sento dire che il progetto è sfuggito di mano faccio fatica a capire di cosa stiamo parlando, perchè non è il caso. Penso invece che dovevamo fare di più in termini di comunicazione per la salvaguardia di tutti.
Che ne pensa della possibilità di espatriare gli orsi?
Dati alla mano gli orsi negli ultimi 4 anni non sono aumentati in modo significativo. Sono categorico su questo: non possiamo espatriarli, è irrealizzabile. Non è possibile perché comunque sia anche nelle altre porzioni del territorio europeo degli orsi problematici li hanno e non sarebbero contenti di riceverne altri. In più nelle Alpi non possiamo spostare un animale di alcune centinaia di chilometri perchè frequenti zone più remote, perché le Alpi sono geograficamente piccole e l'orso si muove in vastissimi contesti territoriali, è capacissimo di tornare da dove è stato spostato
Come si migliora il rapporto uomo - orso?
Tutto sta scritto nei documenti programmatori e nei piani d'azione, bisognerebbe avere la forza di applicarli. Credo che bisognerebbe insistere su una comunicazione eccezionalmente cristallina e trasparente, allo stesso tempo l'orso va considerato una risorsa collettiva quindi ognuno si prenda la responsabilità delle proprie frasi, considerazioni e di come si riportano le cose. Penso sia necessario uno spunto di riflessione e consapevolezza da parte di tutti nei confronti della rilevanza di questa specie che è una risorsa della collettività.
Cosa direbbe a chi frequenta il Trentino?
Sono uomo del Parco, sotto tutti i punti di vista, da dipendente e perché mi immedesimo molto nella mission dell'ente. L'orso è arrivato grazie ad un impegno collettivo, ma coordinato dal Parco che ha messo in campo un impegno straordinario nel periodo della reintroduzione e oggi continua a contribuire in ricerca e monitoraggio. Vogliamo mantenere alta l'attenzione nei confronti dell'orso perché la responsabilità ce la sentiamo ancora, anche se non siamo più protagonisti. Siamo il Parco dell'orso, e lo rimarremo fino a che siamo qui.