Centri storici, soldi ma non per tutti Limite Icef per accedere a 20 milioni
I 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto stanziati dalla manovra di bilancio per le ristrutturazioni esterne degli edifici dei centri storici non saranno per tutti. Ieri in prima commissione il presidente della Provincia Ugo Rossi presenterà infatti un emendamento, richiesto dai gruppi di maggioranza, in particolare l'Upt, per circoscrivere la platea dei beneficiari e non rischiare di dare i contributi a chi i soldi per ristrutturare la casa in centro ce li ha e non ha bisogno di incentivi per spenderli.
Per questo sarà introdotto un limite in base alla condizione economico patrimoniale calcolata con l'indicatore Icef. «Introdurremo un Icef medio - spiega il governatore Rossi - per escludere i più ricchi ma considerando che per ristrutturare un reddito significativo serve. In legge metteremo la previsione dell'Icef, ma sarà fissato poi con delibera».
Nel pacchetto di emendamenti concordati con la coalizione ci sarà poi 1 milione di euro in più per tre anni (totale 3 milioni ) da destinare al fondo a sostegno dell'agricoltura biologica e 500 mila euro per attivare la legge sull'agricoltura sociale, voluta dal Pd, che non era ancora stata finanziata.
Una novità importante, presentata dallo stesso Rossi, riguarda poi il concorso riservato ai «trentini» per la stabilizzazione dei precari della scuola. «L'emendamento che presenteremo in commissione - spiega il presidente Rossi - prevede che vanga conteggiato come anzianità anche il periodo di insegnamento negli istituti professionali provinciali e paritari allo stesso modo dei periodo di insegnamento negli istituti scolastici». Un altro emendamento prevede inoltre che il concorso sarà riservato non solo a chi ha insegnato nelle scuole o negli istituti professionali trentini negli ultimi 3 anni, ma «per almeno 3 anni negli ultimi 8».
Ci sarà poi l'emendamento già annunciato che estende l'agevolazione sull'Imis ai capannoni artigianali categoria D7 che nel disegno di legge depositato non erano stati ricompresi. Uno sconto che costa circa 4,5 milioni di euro di minor gettito.
Intanto, ieri il presidente della prima commissione Mattia Civico (Pd), insieme ai consiglieri Mario Tonina (Upt) e Beppe Detomas (Ual), hanno depositato altri quattro emendamenti che riguardano il settore delle cooperative sociali. Uno di questi punta a ridurre nei bandi per i servizi socio-assistenziali dal 30 al 20% il peso della parte economica sul costo del lavoro rispetto a quello della qualità dell'offerta. Un altro emendamento punta a estendere a tutte le cooperative sociali a prescindere dall'elenco al quale sono iscritte le esenzioni delle imposte sugli immobili dal 2016 al 2019.