Parcheggi introvabili La «rivolta» in ospedale

di Nicola Maschio

«Non rubateci il tempo per parcheggiare!». Questo il titolo della petizione lanciata dai dipendenti dell’Azienda sanitaria impegnati all’ospedale Santa Chiara, alle prese con un problema davvero scomodo. Una petizione alla quale hanno già aderito 1.200 persone, un numero in costante aumento di minuto in minuto. Sembra infatti che al di fuori (ma anche all’interno) della struttura, trovare parcheggio sia praticamente impossibile.

Una vera e propria utopia, divenuto un incubo per coloro i quali devono affrontare i turni all’ospedale. La petizione lanciata da Loris Campestrin (da due anni al Santa Chiara), è indirizzata in particolar modo agli assessori provinciali Mauro Gilmozzi e Luca Zeni, al direttore dell’Azienda Sanitaria Paolo Bordon ed al sindaco di Trento Alessandro Andreatta. «Più volte i dipendenti sempre più esasperati dai parcheggi congestionati hanno chiesto di cercare di risolvere questo problema - si legge nel documento (consultabile in internet sulla pagina change.org). - Sono state organizzate raccolte firme nelle quali si chiedeva sia un potenziamento della linea ferroviaria della Valsugana e della Val di Non, sia maggiori collegamenti con la linea di autobus cittadini.

Tuttavia, da parte degli organi competenti non c’è mai stato un reale impegno teso a risolvere il problema». Il problema sembra aver dunque raggiunto un punto limite. Si perché a quanto pare non si tratta solo di un disagio arrecato ai lavoratori che, per arrivare puntuali all’inizio del proprio turno, devono partire quasi tre ore prima dalla Valsugana o dalla Val di Non. Ma a risentirne sono anche i clienti della struttura, che non trovano un posto dove lasciare la propria auto.

«Questa storia va avanti da parecchi anni ed in tutto questo tempo più volte sono state raccolte firme - racconta Loris. - Penso che, essendo in atto la costruzione del nuovo ospedale, non vi sia il desiderio di investire sulla struttura in cui lavoriamo. Questo però non possiamo accettarlo, in quanto molti di noi sono costretti a partire da casa diverse ore prima dell’inizio del turno solo per trovare un parcheggio. Qualche soluzione l’abbiamo già proposta, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro».

Le idee per risolvere il problema ruoterebbero attorno ad alcuni punti principali. In primis un potenziamento delle linee ferroviarie delle due valli coinvolte, con una leggera modifica di alcuni orari al fine di consentire uno spostamento più comodo non solo ai lavoratori giornalieri, ma in particolare ai turnisti. Ancora, l’attuazione di bus navetta che da zone di parcheggio più ampie possano portare i lavoratori alla sede ospedaliera, cosi da permettere loro di arrivare in orario.

In generale dunque, una maggiore interconnessione con i mezzi pubblici. «Siamo disposti ad investire anche noi delle risorse qualora si ritenesse necessario - ha concluso Loris. - Così non possiamo andare avanti, abbiamo anche la stazione della Valsugana che è a pochi metri da noi e non riusciamo ad organizzarci. Non escludiamo, visti i numeri, di istituire un Comitato per affrontare la questione».

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