Frutta e verdura: da oggi i sacchetti sono a pagamento In supermercati e negozi solo shopper biodegradabili
Il fine della normativa è senza dubbio nobile: favorire l'utilizzo quotidiano di prodotti biodegradabili e compostabili e al contempo ridurre quello della plastica. Ma la novità che da domani i consumatori troveranno in supermercati e negozi di generi alimentari rischia di essere vissuta come l'ennesimo balzello che pesa sulle tasche del consumatore.
Dall'1 gennaio, infatti, tutti i sacchetti che si usano nei supermercati nel reparto ortofrutta (ma anche in quelli gastronomia, macelleria, pescheria e panetteria) o nelle botteghe di generi alimentari dovranno essere bio, nel rispetto degli standard internazionali. Insomma, in tutti i supermercati cambieranno i tipici contenitori dove si mettono pomodori, insalata, mele e uva, e, soprattutto, saranno a pagamento. La nuova legge è chiara: a pagare dovranno essere i clienti e tutti gli esercizi commerciali saranno obbligati a segnare sullo scontrino ogni «bioshopper» utilizzato. Nel decreto approvato a settembre vengono definiti i nuovi requisiti per tutte le buste con spessore inferiore ai 15 micron (micrometri), appunto quelle dei reparti che abbiamo citato poco sopra. E il prezzo? Non sarà uguale ovunque:dovrebbe collocarsi tre 1 e 10 centesimi al sacchetto. In tutti i negozi del Sait, per fare un esempio, si partirà da domani a soli 2 centesimi. «È un prezzo - spiega Luca Picciarelli, direttore generale di Sait - che riteniamo sostenibile per il consumatore e anche per noi che di certo non lucriamo sugli shopper biodegradabili. Rircordo piuttosto che la loro introduzione è obbligatoria per legge così come il pagamento a carico del cliente. Come Sait non abbiamo potuto far altro che adeguarci e tenere il prezzo basso».
L'articolo 9-bis della legge di conversione 123/2017 - il cosiddetto decreto Mezzogiorno approvato lo scorso agosto - prevede infatti che i sacchetti ecologici non possano essere distribuite a titolo gratuito. E - recita la norma - «il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d'acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite». In caso di inadempienze per i venditori sono previste multe salate (la sanzione amministrativa pecuniaria va da 2.500 a 25mila euro). La norma inoltre non riguarda solo la grande distribuzione, ma anche i piccoli negozi.
In questi giorni tutti gli esercizi commerciali, grandi e piccoli, si stanno adeguando. Alla Conad hanno previsto l'introduzione di due tipi di sacchetti bio: quelli più piccoli, proposti a 2 centesimi, e quelli più grandi e resistenti, simili a quelli in utilizzo oggi, a 5 centesimi. Di fatto, inoltre, i consumatori non potranno aggirare il nuovo obbligo di pagare le bustine trasparenti dei supermercati, perché per ragioni igieniche sarà vietato portare da casa i sacchetti da utilizzare all'interno del supermercato per imbustare frutta, verdura, ma anche il pane e altri alimenti sfusi. In una nota di chiarimento il ministero dell'Ambiente ha infatti chiarito che l'obbligo di pagare i sacchetti sarà accompagnato dal divieto di riutilizzo delle buste biodegradabili per ragioni igieniche.
Secondo l'Associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili in media gli italiani utilizzano 150 shopper di questo tipo l'anno per cui, a seconda dei prezzi delle singole buste, la spesa potrebbe aumentare fra 1,5 euro e 4 euro. Un costo in più ma la norma è virtuosa, va nella direzione della salvaguardia dell'ambiente perché questi sacchetti non solo sono biodegradabili e compostabili ma possono essere riutilizzati per inserire i rifiuti umidi.