L'identikit di chi maltratta: italiano, padre, «normale» Trentino, in 5 anni 109 uomini in cura per cambiare
In Trentino, dal 2012 al 2017, sono stati presi in carico 109 uomini dal servizio «Cambiamenti» per prevenire i maltrattamenti nei confronti delle donne. Il dato è stato reso noto nel corso del convegno nazionale Relive tenutosi a Trento.
Negli ultimi tre anni (2015-2017), da quando il servizio è stato reso stabile, il numero dedicato ha ricevuto 227 chiamate, 66 direttamente da uomini autori di violenza. Il 65% dei partecipanti erano italiani, il 35% stranieri, tra i 18 e i 60 anni.
La maggioranza degli autori di maltrattamenti risulta occupata: (dipendenti 67%, autonomi 8%), mentre il 25% sono disoccupati. Grado di istruzione: elementari 8%, medie 37%, Superiori 48%, laureati 7%. Il 37% convive con la vittima e il 63% no (separato, allontanato).
Il 92% ha figli, e fra questi l’82% ha assistito alle violenze sulla madre e il 6% le ha subite direttamente. La grande maggioranza degli uomini che hanno agito violenza non ha precedenti penali (90%) e solo il 43% di loro è stato denunciato.
Solo il 3% ha problemi psichiatrici e il 17% è soggetto a dipendenze, in prevalenza dall’alcol. Un pò più alta è la percentuale di coloro che hanno a loro volta assistito a violenza domestica da bambini o che l’hanno subita (29%), dimostrando l’incidenza intergenerazionale del fenomeno.
Emerge - è stato detto - un identikit del maltrattante in Trentino che conferma i dati rilevati dalle ricerche a livello nazionale e internazionale: non malati o mostri, ma persone che apparentemente conducono una vita «normale», trasversali rispetto a età, lavoro, condizione socio economica e istruzione, ma che vivono un contesto sociale fragile con scarse relazioni positive, hanno difficoltà ad esprimere emozioni e sentimenti e un’idea del maschile legata a stereotipi di forza e dominanza sulla donna.