Vigiliane 2018, polemica sul Palio: corsi obbligatori per gli zatterieri
Siamo solo ad aprile, ma stanno già montando le polemiche attorno alla prossima edizione delle Feste Vigiliane. In particolare, sul tradizionale «Palio dell’Oca»: già l’anno scorso l’appuntamento degli equipaggi sul fiume aveva dovuto resistere al tentativo, da parte degli organizzatori, di ridurre il numero di squadre in gara da 57 a 37, proposta che era stata respinta a furor di popolo.
Ora, il nodo che rischia di far colare a picco definitivamente la «Zatterata», riguarda la nuova modalità con cui tutti coloro che vorranno partecipare dovranno sostenere la formazione: corsi di tre o cinque ore a pagamento da sostenere in val di Sole o attività formative simili con enti certificati. Dopo i tragici fatti degli anni scorsi in Vallagarina, dove un uomo aveva perso la vita in una manifestazione analoga, opportunamente si era deciso di dare una «stretta» per quel che riguarda la sicurezza, implementando il numero di uomini e mezzi che vegliano lungo il fiume tra Roncafort e lung’Adige San Nicolò ma soprattutto obbligando tutti gli uomini in gara a partecipare a serate formative sulla sicurezza nella navigazione in acque vive.
Ora però, dal corso frontale di una sera, l’organizzazione ha deciso di passare ad un impegno ben più consistente. Tutti gli equipaggi dovranno infatti frequentare un corso di almeno tre ore al centro rafting TrentinoWild di Caldes - dove ha sede anche Rescue Project, che cura la sicurezza dell’evento - per assumere tutte le nozioni riguardanti «il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale: come indossarli, normative e certificazioni»; si terranno poi «prove pratiche di lancio di corda e tecniche di nuoto; fluodinamica e pericoli che si possono incontrare»; a seguire «prove di nuoto: nuoto attivo e difensivo, pregi, difetti, rischi; lanci di corda: come recuperare un proprio compagno». E poi ancora, lezioni di nuoto: «come oltrepassare un colino o simulazione di pianta in fiume; come risalire sulla zattera: prove pratiche. Come avvicinarsi ai mezzi di soccorso acquabike e natanti a motore. Prove pratiche di avvicinamento a mezzi con elica in acqua con il mezzo rescue pro-jet, cioè il mezzo di soccorso utilizzato durante le gare: corrette procedure e analisi dei rischi. Infine, simulazione di incastro di un gommone su pilone del ponte, con procedure da attuare e dimostrazioni del corretto comportamento».
In aggiunta, ma come opzione, vi sarà la possibilità di seguire un corso di ulteriori due ore con discesa in rafting. Il tutto al costo di 20 euro cadauno (e ulteriori 35 per il corso con rafting). In alternativa, i partecipanti potranno «presentare idonea documentazione attestante la frequentazione di un analogo corso, che dovrà essere stato tenuto da un ente accreditato per la formazione che abbia al suo interno maestri di rafting della federazione italiana rafting; istruttori di soccorso fluvialericonosciuti a livello nazionale» e così via. Insomma, la sicurezza viene prima di tutto, ma in molti in queste ore stanno seriamente vedendo a rischio l’edizione 2018.
«Se tutto si trasforma da un momento in allegria, da affrontare nella massima sicurezza come si è sempre fatto, ma a livello volontario, a qualche cosa per cui dover impegnare tempo e denaro, difficilmente si avranno adesioni», spiegano alcuni dei capizattera che, dopo aver saputo delle stringenti novità, hanno già ricevuto numerosi forfait da parte dei partecipanti. «Già è complicato ritrovarsi per organizzare il gruppo, partecipare alla serata e alla sfilata, se a questo si aggiunge anche il corso a Caldes sarà dura iscriversi», si sfogano altri equipaggi in rete.
«Tutto era già noto da dicembre - replica Francesco Nardelli del Centro Santa Chiara - ed abbiamo ritenuto di assolvere in questo modo alla formazione in tema di sicurezza. Un impegno, peraltro, che garantirà una copertura quinquennale e che dunque garantirà gli equipaggi per un buon periodo di tempo».
Peccato però, obiettano i capizattera, che spesso gli equipaggi subiscano modifiche di organico da un anno all’altro e dunque quello della durata quinquennale degli attestati è solo in parte una questione risolutiva.
L’amarezza da parte di chi anno dopo anno ha animato questo evento tanto amato delle Vigiliane, è forte: «Credo che si tratti di una forzatura, al fine di ridurre il numero delle zattere, come hanno già tentato di fare l’hanno scorso. Spese e tempo richiesti ricadono su persone che impegnano del tempo gratuitamente per tenere viva una bella ricorrenza», il pensiero di Massimiliano Emer, di Trento Urbe. «Non siamo contenti per niente, è evidente: se un momento di festa si trasforma in qualcosa di pesante e complicato da affontare, tutto viene meno», chiosa Claudio Dematté, capozattera di Zell.