«Bossoli contro polizia locale» Ma il comandante smentisce
Oltre alle molotov, i bossoli: dopo il grave atto intimidatorio dei primi dello scorso dicembre ai danni della polizia locale del capoluogo, quando ignoti piazzarono nove bottiglie incendiarie sotto automezzi del corpo non più in servizio ed in attesa di essere demoliti, sarebbe stato messo a segno un’altro analogo atto minatorio, con altrettanti bossoli di arma da fuoco lasciati sotto altre vetture.
A sostenerlo è il consigliere provincale di Agire per il Trentino Claudio Cia che in un’interrogazione ha riferito di essere venuto a conoscenza, in base «a notizie circostanziate», di «un fatto alquanto inquietante, se fosse confermato, mai apparso sulla cronaca locale. Dopo soli nove giorni dal rinvenimento delle molotov sarebbero stati trovati nove proiettili sotto le automobili private dei funzionari parcheggiate nella parte posteriore della sede del Comando della polizia locale di Trento, non sorvegliata da telecamere. Se ne sarebbe accorto proprio uno dei commissari della polizia locale in turno lavorativo il quale, pare in accordo con il nucleo di polizia giudiziaria, avrebbe ritenuto di non stendere in merito alcuna relazione di servizio e tanto meno di non procedere a comunicare l’accaduto alla questura e alla procura».
In merito, sempre ieri è arrivata l’immediata replica del comandante del corpo della polizia locale Lino Giacomoni, che ha spiegato come le cose non stiano affatto così: «Spiace che proprio nel giorno della festa del nostro corpo di polizia locale anziché dare spazio al lavoro dei nostri uomini si debba parlare di cose mai accadute. Non sono mai stati rinvenuti nove bossoli, non vi è mai stato un altro atto intimidatorio oltre a quello, gravissimo, delle molotov. Semplicemente, il giorno dopo o due giorni dopo al massimo, rispetto proprio al rinvenimento delle bottiglie incendiarie, nelle vicinanze era stato trovato un bossolo.
Individuato nella ghiaia di un piazzale, non sembrava certo essere stato piazzato lì di proposito, peraltro pure in assenza di qualsivoglia rivendicazione. Nessun atto intimidatorio dunque, nessun ritrovamento di nove bossoli, ma uno solo, che molto probabilmente era finito dove è stato trovato per caso. Per questo nessuno è stato informato della cosa. Provvederemo al più presto a far avere queste stesse informazioni anche al consigliere Cia».
Che, da parte sua, dice invece come sia «lecito supporre che sia stato un atto intimidatorio sicuramente non da minimizzare, che si sarebbe dovuto conoscere per far sì che almeno tutti coloro che con la loro nota e riconosciuta dedizione al proprio dovere in polizia fossero debitamente allertati».
Cia ha dunque chiesto all’assessore provinciale competente (Carlo Daldoss, ndr) se «corrisponda al vero che siano stati rinvenuti nove proiettili sotto le macchine dei funzionari di polizia. Se sì, perché non ne sia stata data comunicazione, perché non sia stata resa nota la cosa anche al pubblico e quali provvedimenti in merito alla ulteriore tutela degli agenti della polizia locale - non solo a Trento, ma anche su tutto il resto del territorio provinciale e in ogni loro situazione - siano stati adottati, quali siano in corso di adozione e, qualora non fosse stato fatto nulla, se si intenda prendere in considerazione la grave problematica della sicurezza dei nostri agenti dopo i rinvenimenti di molotov e proiettili».