Schianto col camion in A22 Addio ad Alessandro Calvi
Stava rientrando verso Lavis, al deposito della ditta di trasporti per la quale lavorava, ma nel capoluogo non ha mai fatto ritorno. Nella tarda mattinata di ieri, Alessandro Calvi, camionista nato nel 1963, romano di nascita ma da anni residente a Caldonazzo, è rimasto coinvolto in un violentissimo tamponamento tra mezzi pesanti all'altezza del casello di Egna. Aveva appena depositato il proprio carico in un supermercato di Appiano, dopo essere partito dalla Seven di Gardolo. È spirato nel pomeriggio all'ospedale San Maurizio di Bolzano.
Lo scontro si è verificato verso le 12.45 e Calvi stava ultimando il tratto in leggera discesa che si affronta prima dell'uscita autostradale, quando il mezzo pesante che lo precedeva ha frenato.
Non è chiaro che cosa possa essere successo: forse una distrazione, forse un colpo di sole o di sonno? Nessuno quasi certamente potrà mai chiarirlo. La certezza purtroppo è che il camion condotto da Calvi, un Mercedes Atego adattato per effettuare trasporti refrigerati, è finito di schianto contro il posteriore del semirimorchio del tir che aveva davanti, il cui conducente è rimasto illeso.
I soccorsi sono stati rapidissimi, con l'arrivo sul posto del personale dell'Autobrennero, della polizia stradale, dei vigili del fuoco permanenti di Bolzano e dei volontari del corpo di Egna oltre ai mezzi di soccorso della Croce Bianca della Bassa Atesina. In A22, dove il traffico è rimasto fin da subito bloccato, a valle del punto dell'incidente ha potuto atterrare l'elicottero Pelikan 1 che ha trasferito Alessandro Calvi all'ospedale del capoluogo altoatesino, dove i medici hanno tentato per ore di salvargli la vita, dovendosi però arrendere di fronte alla gravità dei traumi riportati dall'uomo.
Inevitabili i disagi alla circolazione, con code che hanno raggiunto in direzione sud anche i dieci chilometri di coda, con ripercussioni anche sulla viabilità ordinaria sulla quale si sono riversati i veicoli per sfuggire agli incolonnamenti.
Nuotatore dal passato brillante tanto in corsia che nella pallanuoto, Calvi si era trasferito da oltre dieci anni in Trentino: viveva con la moglie Loredana a Caldonazzo dove la notizia della tragedia si è diffusa nel tardo pomeriggio. Aveva lavorato per diverse ditte di autotrasporto, dedicando il suo tempo libero anche all'associazionismo sportivo: per anni aveva curato la preparazione tecnica della squadra femminile di pallanuoto allestita dalla Stile Libero Valsugana.