«Raddoppia» l'indagine su Trentino Network Acquisiti documenti sui rapporti con Create.Net
L'inchiesta su Trentino Network si allarga, o meglio «raddoppia» attraverso un nuovo procedimento penale che riguarda i rapporti con l'associazione Create.Net (poi assorbita da Fbk). Nei giorni scorsi gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle sono tornati a fare visita alla sede di Trentino Network in via Giovanni Pedrotti. Gli investigatori hanno acquisito tutta la documentazione che riguardava i rapporti, e in particolare le convenzioni, con Create.Net. Anche in questo caso si ha l'impressione che l'interesse dei finanzieri si concentri sull'affidamento di incarichi.
Cosa è Create.Net, un nome che evoca nuove tecnologie ma che ai più è sconosciuto? È - si legge sul suo sito internet - «un centro di ricerca internazionale con sede a Trento che ricopre una posizione leader a livello europeo nel campo dell'ICT e delle tecnologie delle telecomunicazioni». Create.Net è stata fondata nel 2003 con il sostegno della Provincia come associazione no-profit, poi incorporata nel 2017 dalla Fondazione Bruno Kessler.
Interessante è notare che il decreto di acquisizione di documenti esibito dai finanzieri portava un numero di registro del 2018, segno che si tratta di un fascicolo nuovo e diverso rispetto a quello per cui la procura nelle settimane scorse ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini. È però partendo da elementi emersi dalla prima indagine, e in particolare da alcune mail finite sotto sequestro, che la procura ha deciso di approfondire i rapporti che legavano Trentino Network e Create.Net. Rapporti che erano stretti (ma questo non è certo un reato) anche per la presenza ai vertici di Alessandro Zorer, amministratore delegato e poi presidente e direttore generale di Trentino Network e, dal 2006 al 2014, vicepresidente (negli ultimi anni non operativo) di Create.Net.
Zorer figura tra le 8 persone e 3 società indagate nel procedimento penale su Trentino Network, a sua volta fascicolo nato da una costola delle indagini del filone Trento Rise. In quel procedimento nel mirino della Guardia di finanza sono finiti sette incarichi per cui si ipotizzano reati che vanno dal falso alla truffa. Gli indagati respingono tutte le accuse e alcuni di loro, nella speranza si evitare l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio, hanno chiesto di essere interrogati per chiarire le rispettive posizioni.