Omicidio stradale, l'uomo arrestato recidivo: patente già ritirata per alcol
È stato rinchiuso nel carcere di Montorio, frazione di Verona, Marco Osti, il trentacinquenne di Ala che nella notte tra domenica e lunedì ha provocato l’incidente in A22 a Verona che è costato la vita a Corrado Ferraro, cinquantaseienne direttore commerciale e marketing della Fondazione Arena di Verona.
Il lagarino è accusato di omicidio stradale aggravato, perché era alla guida di una Citroen «C4» che ha violentamente tamponato il grosso scooter che lo precedeva, un Honda «Sh 300» sul quale viaggiava la vittima. E secondo quanto è stato accertato dagli agenti della polizia stradale di Verona, Osti era al volante ubriaco. L’alcoltest, a cui viene sottoposto per legge chiunque provochi un incidente, nel suo caso ha dato esito positivo in entrambe le prove, rilevando 1,47 ed 1,42 grammi di alcol per litro di sangue. Ben oltre il limite, fissato a 0,5, spiegava ieri mattina nella conferenza stampa organizzata dalla Polstrada di Verona il dirigente Girolamo Lacquaniti.
La procura della Repubblica di Verona ha quindi disposto l’arresto immediato del roveretano, che verrà convalidato durante l’udienza per direttissima che potrebbe aver luogo già questa mattina nella città scaligera.
L’incidente accaduto nei pressi del casello di Verona Nord poco dopo mezzanotte e mezza è stato impressionante. Corrado Ferraro si era messo in viaggio a Desenzano e dall’A4 si era immesso sulla A22 diretto al casello di Verona Nord, l’uscita più comoda per arrivare a Ponte Crencano, dove abitava. In questo modo avrebbe potuto evitare il traffico del centro città, perché a quell’ora avrebbe incrociato i mezzi del pubblico in uscita proprio dall’Arena, dove lavorava dal 1993. Quella sera infatti c’era il concerto di Sting e Shaggy. Dietro di lui, lungo la corsia nord dell’A22, arrivava Marco Osti con l’automobile. Entrambi i mezzi viaggiavano in corsia di marcia lungo quel tratto completamente diritto.
Secondo quanto è stato ricostruito dai rilievi della stradale, la Citroen del roveretano ha centrato lo scooter a gran velocità e lo ha agganciato al cofano. Non sono stati trovati segni di frenata sull’asfalto, come se il guidatore dell’auto non si fosse nemmeno accorto del mezzo che viaggiava davanti a lui. Ferraro è stato sbalzato via, e l’auto ha proseguito la sua corsa per altri 110 metri. Dopo l’impatto entrambi i mezzi hanno preso fuoco, andando completamente distrutti. L’uomo a bordo dello scooter ha perso anche il casco: i soccorritori e gli uomini delle forze dell’ordine arrivati poco dopo sul posto lo hanno trovato a una quindicina di metri dal corpo, ancora allacciato.
Nel disperato tentativo di salvare la vita a Corrado Ferrario, sul posto sono accorsi i soccorritori di Verona Emergenza, che dopo aver stabilizzato e intubato l’uomo lo ha portato all’ospedale di Borgo Trento dove però è morto subito dopo l’arrivo. I vigili del fuoco di Verona nel frattempo hanno spento le fiamme scaturite dai mezzi e la polizia Stradale ha rilevato l’incidente e, su disposizione del magistrato di turno, Beatrice Zanotti, ha arrestato il conducente trentino.
La legge prevede di tenere valida la misurazione più favorevole al conducente e in questo caso, essendo sotto il tasso di 1.50, l’arresto sarebbe facoltativo. Ma su Marco Osti, pare pesi anche un vecchio precedente, una decina di anni fa, patente sospesa per guida in stato d’ebbrezza.
Così l’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato, la cui pena, nel suo caso, prevede una condanna da cinque a dieci anni. Ora proseguono le indagini. La polstrada acquisirà i filmati delle telecamere dell’autostrada e gli ingressi nei caselli, mentre il corpo della vittima verrà sottoposto ad autopsia.