Migranti, quasi 18 mln spesi per l'accoglienza
Trentatré euro netti al giorno per l’accoglienza di ogni migrante in Trentino. Nel 2017 - anno del boom di presenze dei profughi, arrivati fino a quota 1.800 unità nel corso dell’estate - è stata raggiunta la spesa record di 17,7 milioni di euro. Un importo ricompreso nelle risorse che lo Stato trasferisce a Piazza Dante per ogni richiedente asilo e che non sono inserite nel bilancio provinciale. L’anno precedente ci si era fermati a 11,1 milioni di euro e nel 2015 a 4,7 milioni.
La rendicontazione da parte del Cinformi e del dipartimento Solidarietà sociale è attualmente in corso, anche perché non tutti i fornitori hanno ancora presentato la documentazione fiscale. In ogni caso, alla luce del calo dei migranti accolti nelle strutture distribuite sul territorio provinciale - secondo la logica dei piccoli nuclei - gli importi sembrano destinati a ridursi nuovamente. L’ultimo report pubblicato dal Cinformi (aggiornato al 20 agosto) mette in luce come i richiedenti asilo accolti siano scesi sotto la soglia delle 1.500 unità. Per la precisione oggi sono 1.494, mentre il primo gennaio scorso erano 1.666. A partire da inizio anno - mese dopo mese - le uscite hanno sempre superato (e di molto) gli arrivi, ridotti a poche unità.
Guardando nello specifico alle presenze annue, nel 2016 si erano registrati 349.916 «pernottamenti», che erano poi cresciuti fino ai 536.426 nel 2017. I 33 euro giornalieri a testa di cui abbiamo scritto, comprendono tutte le spese sostenute. Il pocket money (ossia l’importo messo mensilmente a disposizione delle persone accolte) ammonta a 2,50 euro al giorno per i singoli profughi, ma si riduce proporzionalmente per i nuclei familiari più numerosi. C’è poi la tessera alimentare assegnata a quanti vivono in appartamento (5 euro al giorno). L’ultimo «bilancio» completo del progetto accoglienza risale al 2016 ed emerge come la voce relativa a «vitto, abbigliamento, igiene personale, assistenza all’infanzia e materiale ludico» sia quella più consistente (all’epioca era pari a 3,4 milioni di euro); seguono le consulenze occasionali per orientamento e assistenza sociale (1,5 milioni), le spese di trasporto urbano ed extra-urbano (1 milione), i pocket money (697mila euro) e le spese per l’integrazione (657mila euro).