Oro bianco, in ballo 17 concessioni Bando sulle centrali idroelettriche
Diciassette centrali idroelettriche dalla potenza nominale di 500.000 kilowattora e un fatturato di alcune centinaia di milioni di euro saranno messe a gara entro la scadenza delle loro concessioni, prorogate fino alla fine del 2022. Nonostante manchino 4 anni e due mesi circa alla scadenza, la macchina per definire i criteri del bando è stata avviata dall'Aprie che ha dato mandato all'Apac di trovare, tramite una selezione, degli esperti in materia.
La ragione? Per la prima volta il nuovo bando sarà totalmente made in Trentino per le concessioni che annualmente garantiscono un centinaio di milioni di euro tra canoni e sovracanoni alle comunità locali tramite Bim, Comunità di valle e Comuni. Gli esperti, ai quali andrà un compenso massimo di 243.000 euro circa (è la base d'asta della selezione pubblica), dovranno stabilire le modalità del futuro bando e soprattutto dare una indicazione alla futura giunta e consiglio provinciali rispetto alla legge sulle concessioni stesse. Prima del bando di gara per le 17 concessioni idroelettriche, infatti, servirà un passaggio in Consiglio provinciale per approvare le norme di recepimento della competenza sulle gare per le centrali idroelttriche assegnata dal governo Gentiloni alla Provincia stessa.
E nel combinato disposto di legge e bando di gara andranno rivisti tutti i criteri che oggi sono alla base della concessione. Con particolare riferimento ai rilasci di acqua per i fiumi e i torrenti, e alla quota di risorse che vanno pagate ai Bim, alle Comunità di valle e ai Comuni sotto forma di canoni e sovracanoni e che oggi rimpinguano per circa un centinaio di milioni annui i bilanci degli enti interessati.
Come per le altre concessioni pubbliche, ad esempio quella dell'A22, anche nel caso del bando per la riassegnazione, questo il termine utilizzato nella determinazione dell'Aprie, ci sono varie possibilità per decidere chi e come gestirà il bene acqua a fini idroelettrici. I consulenti che saranno scelti potrebbero puntare sulla gara tout court, ovvero sulla partecipazione di aziende private o comunque a natura privatistica seppure partecipate dall'ente pubblico. Potrebbero però voler guardare anche alla vicina Bolzano, dove invece si è scelta una strada diversa, con un'alleanza tra le aziende energetiche provinciale (l'ex Sel) e comunali (Bolzano e Merano) che ha dato vita a Alperia, soggetto che oggi gestisce i 41 impianti idroelettrici, con 8.600 chilometri di rete elettrica, sei centrali di teleriscaldamento e serve oltre 225.000 clienti con energia elettrica e gas. E sul modello bolzanino realizzare una vera e propria operazione, come per l'A22, di assegnazione a una società completamente in house con una società pubblica al 100%.
Le 17 concessioni idroelettriche che scadono nel 2022 sono state prorogate una volta. Si va da quella la cui scadenza originaria era fine 2018 (Taio-Santa Giustina) a quella di Ala, da Schener-Moline a Bussolengo-Chievo, queste due a scavalco con il Veneto. La più potente, in termini di kilowatt installati, è la concessione di Nembia-Santa Massenza che interessa il Sarca e il lago di Molveno e che ha una potenza nominale di 110.322 kilowatt, su un totale di 505.235,96 kilowatt di potenza nominale relativi a tutte e 17 le concessioni idroelettriche in scadenza. Non si tratta di tutte quelle regolate dalla Provincia, ma delle maggiori per quanto riguarda la quantità di energia prodotta e che sono in concessione ad esempio al gruppo Dolomiti Energia, tramite Dolomiti Energia Edison e Hydro Dolomiti Energia.