Malori dopo il pranzo in mensa Povo 0 e Povo 1, accertamenti
Venti-venticinque casi di malessere nella notte tra martedì e mercoledì, sette tra mercoledì e giovedì. Studenti e personale tecnico ed amministrativo dell’Università di Trento messi ko da disturbi gastrointestinali probabilmente a causa di una pietanza assaggiata alla mensa universitaria.
Secondo alcuni ragazzi, che hanno divulgato l’allarme sui social, sarebbe una bistecca l’alimento responsabile dell’intossicazione alimentare, ma le analisi sono in corso. Lunedì il direttore dell’Opera Universitaria incontrerà i rappresentanti degli studenti ed entro la settimana prossima si avrà l’esito del controllo sulla salubrità dei cibi e sull’igiene dei locali.
Le mense in cui le persone hanno mangiato prima di sentirsi male sono la Povo 0 e la Povo 1. «Abbiamo subito sollecitato i gestori del servizio mensa, la ditta Sma Ristorazione, di attivare il controllo interno previsto dal protocollo e al tempo stesso abbiamo chiesto ulteriori verifiche alla società incaricata da noi che periodicamente svolge un monitoraggio sugli alimenti e sull’attrezzatura affinché vengano effettuati campioni sui cibi e verifiche sulla conservazione degli alimenti, nonché tamponi per analizzare le attrezzature, dai taglieri ai coltelli - spiega il direttore dell’Opera Universitaria Paolo Fontana - Questi controlli sono stati fatti mercoledì mattina e sono stati possibili perché alcuni campioni di alimenti vengono conservati per una settimana».
La due mense non sono state chiuse e, nonostante fosse già noto il caso di malessere che ha colpito studenti e personale, l’attività è proseguita regolarmente. «Sono stati erogati dai 2.400 ai 2.500 pasti a mezzogiorno, come nella media. Senza sminuire l’accaduto, abbiamo deciso di non chiudere una mensa che eroga tutti quei pasti, che considero un servizio pubblico, in mancanza di un servizio alternativo - prosegue il direttore Fontana - I casi di malessere sono stati evidenziati soprattutto a Povo 0 e solo qualche caso a Povo 1, dove si cucinano i pasti. Saranno gli stessi ragazzi a spiegarci cosa hanno mangiato, perché potrebbe essere una pietanza comune ad avere avuto questo effetto. Al momento non ci risultano persone che hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso per il malore».
Il servizio di ristorazione offerto dalle mense dell’Università di Trento è gestito da Sma Ristorazione. «L’affidamento avviene tramite appalto, ogni sei anni. Ora c’è la gara in corso, nel giro di tre mesi avremo il nome del nuovo gestore - precisa Paolo Fontana - In 25 anni di gestione della ristorazione qualche problema può esserci, ma non era mai capitata prima una situazione come questa. C’è da dire che la comunità universitaria è silenziosa ma efficiente e attraverso i social ha segnalato immediatamente l’accaduto. Può essere che in passato episodi simili non siano stati resi noti e condivisi. Noi abbiamo appreso dell’accaduto mercoledì mattina prima dall’e-mail di uno studente, poi dal rappresentante della sicurezza dell’Università e da una delle studentesse presenti in consiglio di amministrazione dell’Opera Universitaria. Lunedì mattina incontrerò i rappresentanti degli studenti».