Faceva la spesa all'Orvea barando sul peso
Acquistare dai banchi fai da te di un supermercato prodotti freschi barando sul loro reale peso è un reato.
Lo ha imparato a sue spese una donna di 54 anni di Trento pizzicata insieme al figlio (poi scagionato) a fare la spesa presso il punto vendita Orvea di via San Pio X acquistando pane e verdura a prezzi di saldo, o meglio di furto.
Il 27 febbraio dell’anno scorso la donna venne fermata per un controllo dal personale del supermercato. La cassiera aveva notato infatti come i sacchetti che contenevano pane e verdura acquistati al banco self service pesassero molto di più di quanto fosse indicato nello scontrino emesso dalla bilancia all’atto della pesata.
Si scoprì così che non si trattava di un possibile errore, ma di un furto sistematico perché quasi tutte le verdure messe nel carrello avevano il peso «taroccato». Il valore complessivo era di 18,57 euro. La donna aveva acquistato carote, sedano, pomodori, spinaci, fagioli facendo risultare sullo scontrino un peso notevolmente inferiore al reale.
Per barare non ci vuole un prestigiatore, basta sollevare il sacchetto sulla bilancia per alleggerire il peso e il conto finale. È però un comportamento illegale: per risparmiare, anzi per rubare pochi euro si rischia un’incriminazione per furto aggravato dal mezzo fraudolento di beni esposti alla pubblica fede. È questo il reato che la procura contestava ai due imputati, madre e figlio che durante il controllo in cassa ne approfittarono per dileguarsi, ma poi sono stati identificati grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza.
Al processo il figlio è stato assolto per non aver commesso il fatto. La madre ha precisato di aver fatto lei tutte le pesate truccate, scagionando il giovane. Il difensore dell’imputata, avvocato Francesco Moser, è poi riuscito a patteggiare il minimo: 2 mesi convertiti in 4 mesi di libertà vigilata (e 120 euro di multa).
Una pena tutto sommato leggera, ottenuta dalla difesa grazie al risarcito danno e alla derubricazione del reato in tentato furto.