Crocifisso in aula, dubbi dei presidi «La scuola è laica»
I presidi trentini avanzano dei dubbi sull’opportunità di esporre il crocifisso negli istituti, come previsto dalle linee programmatiche illustrate in aula dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti. «La scuola è un’istituzione laica e il crocifisso è un simbolo che non è necessario nelle aule» spiega il numero uno dei dirigenti Paolo Pendenza, a capo dell’istituto De Gasperi di Borgo, che allo stesso tempo evidenzia come vada riconosciuta la «tradizione cristiana come parte importante della nostra cultura e della nostra identità, ma il discorso va spostato dall’alternativa tra crocifisso sì o crocifisso no».
La questione sarà affrontata - tra le altre cose - nell’ambito dell’incontro programmato per oggi al Dipartimento della Conoscenza tra l’assessore all’Istruzione e alla Cultura Mirko Bisesti e i dirigenti scolastici. «Ovviamente la presenza dei simboli della nostra cultura nelle scuole non è l’unica nostra priorità, ma certo anche questo aspetto è importante anche in vista delle festività natalizie» spiega l’assessore, che mette in luce anche altri temi che interessano famiglie e docenti: «È fondamentale valorizzare il lavoro degli insegnanti e portare avanti una battaglia culturale per il rispetto di queste figure importantissime per la formazione dei nostri ragazzi».
Bisesti sosterrà dunque un tema che sta molto a cuore alla Lega, come quello dei simboli identitari. A fare da apripista era stato il governatore che nella sua relazione programmatica di legislatura in consiglio provinciale ha citato natività e crocifissi, oltre a Valdastico, allargamento della Statale della Valsugana, guardie mediche e aiuti alle famiglie «naturali». «Anche avvicinandoci alle feste natalizie, non possiamo non fare presente ai responsabili delle scuole trentine che il Natale dovrebbe essere ricordato nelle scuole con l’allestimento dei presepi, simbolo della nostra millenaria storia cristiana, e che nelle classi scolastiche, come in tutti gli uffici pubblici, non dovrebbe mancare il crocefisso» erano state le parole di Fugatti.
Dopo le prime reazioni (critiche) del centrosinistra in Provincia, interviene il numero uno dei dirigenti scolastici. «Promessi Sposi e Divina Commedia sono da tempo inserite nei programmi scolastici di tutti i corsi di studio al biennio e al triennio delle superiori. Si tratta di opere che rappresentano un esempio di come anche attraverso la letteratura venga trasmesso agli studenti un messaggio che evidenzia come la tradizione cristiana faccia parte della nostra cultura» spiega il professor Pendenza. Che aggiunge: «La valorizzazione della nostra cultura (che va riconosciuta e difesa) è importante, ma farlo attraverso i crocifissi sarebbe sbagliato. Le istituzioni formative devono far riflettere sulla storia della nostra cultura, che non deriva solo dal Cristianesimo, riconoscendo dunque tutti gli elementi. Siamo figli anche della tradizione greca, del Rinascimento e dell’Illuminismo».
Insomma, rispetto alla necessità di portare questo simbolo nelle aule scolastiche Pendenza si dimostra critico: «Mi spiace, ma non riesco a considerarla una cosa importante, ma ovviamente se l’assessore Bisesti dovesse imporlo lo metteremo. I giovani devono crescere avendo presente la loro identità culturale nella sua complessità. Le iper semplificazioni rischiano di creare dei conflitti».