Vigilantes in santa Maria, pronta la delibera di Fugatti
Vigilantes nelle chiese e nelle piazze della città capoluogo: siamo ai passaggi finali. Se accordo ci sarà. Questione di ore. Comune di Trento e Provincia, oggi a trazione leghista, hanno sul tavolo, se decidessero di sedersi e di discutere seriamente, partite per milioni di euro. Da trasformare in contratti di permuta, per il bene di ciascun ente, e quindi per i cittadini. Vale per lo scalo di Roncafort, che il Comune dovrebbe «passare» alla Provincia, che a sua volta lo girerebbe a Rfi: serve per ampliare l'area interportuale e i servizi della RoLa, in coerenza con lo sviluppo del corridoio del Brennero e il potenziamento della rotaia. Vale per l'ex Scalo Filzi da permutare con il compendio dell'ex Atesina: serve, il primo, per insediarvi la stazione provvisoria del progetto di interramento della ferrovia, e il secondo per dare il la alla riqualificazione di un pezzo di quartiere dei Solteri, attesa da anni. Vale per l'area Bonomelli a Piedicastello da cedere alla Provincia (Patrimonio del Trentino) per il futuro distretto delle biotecnologie...
Partite aperte, destinate a segnare in parte il futuro del capoluogo. E invece si discute di un paio di vigilantes da piazzare davanti alle chiese in nome della sicurezza, tema prioritario per il nuovo governatore Maurizio Fugatti , che ha deciso di cambiare marcia anche per garantirla sui mezzi pubblici di trasporto.
Guardie giurate, dunque. Come e quando? La cronaca di ieri è la seguente. Al mattino la Giunta del sindaco Alessandro Andreatta affronta la questione. Ma lo fa al «buio», perché non ha ancora in mano il testo della delibera - meglio, della pre-delibera - che la Giunta Fugatti ha approvato venerdì. Il disagio c'è, perché un abbozzo di progetto sindaco e Giunta in testa lo hanno. Ma qual è il perimetro fissato dalla delibera di Fugatti? Perché, se la logica è quella originaria, quella che ha preceduto il faccia-a-faccia di martedì della scorsa settimana tra sindaco e governatore, quella di piazzare due guardie giurate a presidio della basilica di Santa Maria Maggiore, alla stregua di una banca, non si va da nessuna parte. Il sindaco l'ha già detto chiaramente. Del resto, il Comune ha pure avviato il confronto, nella Commissione politiche sociali, per il controllo di vicinato, che è poi quello che fanno da mesi i volontari della parrocchia per garantire l'apertura della chiesa di Santa Maria. E in testa sindaco e Giunta hanno il coinvolgimento della polizia locale e delle altre forze dell'ordine, per garantire sicurezza anche ad altri luoghi.
Peccato, allora, che la pre-delibera di Fugatti sia arriva a seduta di Giunta comunale ultimata. «Ci è arrivata alle 13.50» dice il sindaco «la nostra idea è sempre quella di lavorare insieme alla Provincia, di immaginare una maggiore sicurezza nella zone più delicate della città. Ma non voglio entrare nel merito: prima intendo, con i miei assessori, studiare bene la delibera proposta, che mercoledì (domani, ndr) sarà valutata dal Cal, il Consiglio della autonomie»,
Il passaggio al Cal è necessario perché l'impianto della delibera richiama la legge provinciale 8 del 2005 («Promozione di un sistema integrato di sicurezza e disciplina della polizia locale»). Ma qual è al dunque tale impianto? «Contiene quanto concordato con il sindaco» risponde il presidente Fugatti «la Provincia mette a disposizione del Comune di Trento delle risorse, 50 mila euro, per presidiare alcune zone, non solo Santa Maria: ci sono anche le altre due chiese indicate (abbazia di San Lorenzo e chiesa di San Pietro, ndr). La competenza è ora in capo al Comune di Trento: tocca al Comune, che ha competenza in materia di sicurezza, fare il bando, o un appalto diretto, per affidare l'incarico alle guardie». Fugatti aggiunge: «Siccome il sindaco vuole siano presidiate anche le piazze, non solo le chiese, noi siamo d'accordo. Entro il 15 dicembre, l'accordo deve essere firmato».
La Comunità di S.Francesco Saverio di Trento dice no ai vigilantes privati per la sorveglianza delle chiese.
«La Comunità di S. Francesco Saverio - scrive in una nota - desidera esprimere la propria riflessione sulla proposta politica di usare denaro pubblico per tutelare la sicurezza nella chiesa di Santa Maria in Trento pagando una ditta privata di sorveglianza. Noi siamo contrari perché chi sceglie di essere cristiano sente già di suo la responsabilità di tutelare il proprio luogo di culto, che frequenta per parlare con Dio e per ascoltare la sua parola e tradurla nella vita: infatti ci risulta che la chiesa di Santa Maria Maggiore sia già dall'anno scorso tenuta costantemente aperta da numerosi volontari che accolgono e accompagnano fedeli e turisti in visita, rendendola viva, frequentata, e di conseguenza più sicura».
«La Comunità - si legge ancora nel comunicato - è inoltre convinta che se una società desidera difendere le proprie radici cristiane ha una sola strada da seguire: ascoltare l'invito di Gesù ad accogliere, difendere e rispettare l'orfano, la vedova, lo straniero e chiunque abbia bisogno di aiuto».
Si respinge quindi al mittente la proposta della Provincia almeno come impostata: «Compito della politica è quello di operare in modo autenticamente laico, cioè rispettando ogni credo, ogni cultura, ogni razza ed ogni genere, e di informare e sensibilizzare i cittadini sollecitando e incoraggiando comportamenti virtuosi di solidarietà, collaborazione e partecipazione civile. Gli sforzi delle autorità comunali, provinciali e statali dovrebbero dialogare per rinforzare, se occorre, ma coordinare al meglio le forze di polizia istituzionali in tutti i luoghi dove le persone operano e desiderano vivere in armonia senza privilegi per gli uni a scapito di altri».