La sanità trentina resta ancora sul podio Siamo al top insieme a Veneto e Toscana
Su 22 parametri che prendono in considerazione aspetti sanitari, ma anche economici e sociali, il Trentino è meglio delle altre province/regioni per quanto riguarda 19 di essi. Bollino rosso, solo per quanto rigurda i decessi a 30 giorni per infarto miocardico acuto, gli interventi per frattura di femore con interventi entro 48 ore e la spesa sanitaria pro-capite.
Una valutazione che consente alla Provincia di Trento di essere nel gruppetto «delle eccellenze» in sanità certificata dal C.R.E.A. Sanità (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell'Università degli Studi di Roma «Tor Vergata». Nei giorni scorsi a Roma è stato infatti presentato il 14° rapporto sanità. Bene come noi anche la Toscana e il Veneto (che ha un paramento «rosso» in meno). Ovviamente soddisfatto il direttore Paolo Bordon che sottolinea anche che da una lettura più attenta dei dati la spesa sanitaria trentina non è così alta come appare.
«Negli ultimi anni il Pil del Trentino è cresciuto più di quello nazionale e se raffrontiamo quanto si spende qui con il Pil del Trentino allora, in base a questo rapporto, risulta che la Provincia di Trento spende meno di altre province italiane. Noi spendiamo per garantire assistenza anche nelle zone difficili da raggiungere o per mettere presidi in località turistiche come Pozza di Fassa o Campiglio. Questi sono servizi che costano, ma che sono utili anche per l'economia della Provincia».
Bordon sottolinea come il rapporto di Crea abbia premiato la diffusione capillare e l'accessibilità dei servizi sul territorio.
Gli indicatori per i quali viene registrata la differenza maggiore rispetto al dato nazionale sono quelli che prendono in considerazione le persone dimesse vive non al domicilio, gli ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali e socio sanitari, la quota di beneficiari di indennità di accompagnamento, la quota di famiglie con disagio economico per spese sanitarie. Proprio il problema della difficoltà di accesso alle cure legato a problemi economici è molto diffuso soprattutto nel sud Italia, ma sembra toccare solo marginalmente la nostra Provincia tanto che a livello nazionale la nostra Provincia ha dati decisamente incoraggianti. Un grido d'allarme degli esperti che hanno redatto lo studio arriva per gli investimenti. «La sensazione è che la sanità continui a rimanere fuori dalle priorità dei Governi che si succedono alla guida del Paese»