«Ronde contro i lupi», ma senza agenti in più
Da lunedì partono le «ronde anti lupi» volute dal governatore Fugatti, e avallate dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza. Ma nessuna pattuglia aggiuntiva e nessun dirottamento di uomini per controllare gli spostamenti del lupo. Il servizio di controllo dei grandi carnivori è stato affidato alle pattuglie che già presidiano il territorio dei Comuni interessati dagli avvistamenti, ossia Trento (Monte Bondone), Canazei, Ala e Rumo. In sostanza, carabinieri, Guardia di Finanza (dove presente) ed agenti della polizia locale, che già faticano a controllare di notte la sicurezza dei paesi, ed ora verranno dirottate a monitorare i lupi.
A partire dall’11 febbraio l’obbligo di «prestare attenzione ad eventuali avvicinamenti ai centri abitati» di questi animali spetterà a tutte le Forze di polizia nazionali oltre quelle locali e al Corpo Forestale provinciale. La questione della presenza di branchi di lupi nei boschi del Trentino e il loro avvistamento vicino alle case era stato già affrontato dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che aveva demandato la definizione dei modelli operativi ad un tavolo tecnico che si è poi tenuto in Questura.
Lo stesso Commissario del governo, il prefetto Sandro Lombardi, alla luce delle informazioni ricevute dai sindaci e dai portavoci delle esigenze dei territori, aveva detto di aver preso atto che «che esiste un problema di sicurezza collegato alla presenza dei lupi e di non poter accettare che i lupi possano arrivare così vicini alle case, nel fondovalle». «I cittadini non possono correre simili rischi e noi dobbiamo garantire loro la sicurezza», aveva aggiunto.
Ma cosa succede nel concreto? In caso di avvistamento gli operatori potranno attivare un pronto intervento tramite il 112 (la Centrale unica dell’emergienza) che provvederà a sua volta ad attivare le «Squadre Speciali» operative nell’arco delle 24 ore. Gli stessi operatori saranno raggiungibili anche al 3666625785.
Decorsi due mesi dall’attivazione dei servizi sarà riconvocato il tavolo tecnico per fare un bilancio delle attività. «Nell’ambito del normale controllo del territorio - puntualizza il questore Giuseppe Garramone - il personale è chiamato a prestare maggiore attenzione per verificare l’eventuale avvicinamento di questi grandi carnivori ai centri abitanti e, nel caso, avvisare il numero preposto. Non c’è nessuna task force contro il lupo e non sono stati dirottati uomini appositamente per questo servizio».
Il Questore spiega che in ogni territorio sono state individuate, settimana dopo settimana, le pattuglie chiamate allo speciale controllo oltre a quello ordinario. «A seconda della settimana il controllo “aggiuntivo” spetterà ai carabinieri, piuttosto che alla Finanza o alla polizia municipale anche se ovviamente se qualche altra pattuglia dovesse avvistare gli animali vicino alle zone abitanti chiamerà i numeri preposti», aggiunge il questore.
Intanto affila le armi il fronte ecologista: «Un’inaccettabile militarizzazione del territorio finalizzata ad una vera escalation ai danni di lupi e orsi, due specie particolarmente protette. Un disegno, quello perseguito da certi esponenti politici, il cui unico obiettivo è quello di armare i fucili e autorizzare massacri che farebbero tornare la nostra civiltà indietro di secoli» dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, commentando la mobilitazione delle forze di polizia contro i grandi carnivori.
«Al riguardo - dice l’Enpa - sarebbe interessante sapere se gli agenti dispiegati sul territorio abbiano ricevuto una adeguata formazione; se sappiano cioè come comportarsi nel caso in cui venga avvistato un lupo o un orso, oppure se sappiano distinguere tra un lupo cecoslovacco e un vero lupo. Operazione, questa, che il più delle volte richiede il ricorso ad esami genetici. Evidentemente, secondo Enpa, qualcuno vuole fare in modo che la situazione sia gestita manu militari. Se così fosse – prosegue Rocchi – sappiano i decisori pubblici che in caso di uccisioni di animali denunceremo alla magistratura l’intera catena di comando: la nostra normativa vieta nel modo più assoluto di uccidere orsi e lupi».
La gestione degli animali selvatici, ricorda l’Enpa, «come ribadito anche dal Ministero dell’Ambiente che ha predisposto il piano per la gestione dei lupi, è questione prettamente scientifica che deve interessare etologi, biologi, veterinari,comportamentalisti e non è un’emergenza di ordine pubblico. Lo sono invece le 80 vittime della stagione venatoria appena conclusa (dati dell’Associazione Vittime della Caccia), ma su questo tema le forze politiche e i rappresentanti istituzionali non mostrano lo stesso zelo con cui si accaniscono sui lupi (che di vittime umane non ne hanno fatte)».
«Solo in un Paese strampalato come l’Italia - dice Rocchi - le “forze di polizia nazionali” possono essere distratte dai loro naturali compiti di prevenzione e di contrasto delle attività criminali per essere utilizzate, nelle problematiche connesse agli avvistamenti dei grandi carnivori. Il punto è proprio questo: la guerra contro lupi, orsi e altri selvatici – conclude Rocchi – è una gigantesca operazione di propaganda. Infatti, gli strumenti “cruelty free” per migliorare la convivenza ci sono ma non vengono applicati perché si vogliono racimolare i voti di alcuni estremisti».