Schiume in torrenti e laghi: l'Agenzia dell'Ambiente vi spiega come riconoscere quelle inquinanti
Specialmente in certi periodi dell’anno, all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e al Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento arrivano segnalazioni da parte di privati cittadini riguardo alla presenza di schiume o colorazioni nelle acque superficiali. Spesso sono segnalazioni allarmate, perchè è stato avvistato qualcosa di anomalo, che di primo acchito fa pensare a un inquinamento, ma non sempre è così.
Appa, sul numero di marzo della sua newsletter periodica, offre una serie di indicazioni utili per distinguere tra schiume causate da agenti naturali, come le forti piogge e il vento, che inducono la movimentazione di materiale decomposto e il distacco dal fondo delle alghe, e tra schiume formatesi a causa dell’intervento umano. In questi casi le cause sono detergenti e liquami, gli scarichi industriali, e dei depuratori civili, il dilavamento di terreni coltivati, il taglio della vegetazione lungo i fiumi.
Nei corsi d’acqua è più facile osservare le schiume vicino a briglie, zone con flusso caotico, a valle di cascate, mentre nei laghi le si può osservare sulle sponde. «Generalmente è difficile distinguere la schiuma di origine naturale da quella provocata dall’azione dell’uomo. Esistono però alcuni indizi, che, se ben interpretati, possono darci delle preziose indicazioni», spiegano gli esperti di Appa.
Le schiume generate da tensioattivi chimici, inizialmente molto vistose, sono poco persistenti ma si riformano subito non appena si agita il campione in un contenitore. Inoltre spesso presentano odore di sapone o detersivo e presenza di bolle iridescenti. Le schiume generate da tensioattivi naturali hanno invece colore biancastro con sfumature verde e marrone e caratteristico odore di terriccio o di pesce, sono spesso correlate agli eventi meteorici e una volta formate persistono a lungo nell’ambiente.