Zanotelli contesta il governo «Lupi, snobba l'allarme sociale»
«Il piano lupo del ministero non ci soddisfa. È necessario avviare un percorso di gestione dei grandi carnivori affidato alla responsabilità di Regioni e Province». L’assessore ad Agricoltura e foreste Giulia Zanotelli non nasconde le perplessità della giunta, che ieri ha appreso i contenuti del Piano nazionale - elaborato dal ministero dell’Ambiente - per la conservazione del lupo che ha raggiunto il territorio trentino dove da quasi vent’anni è presente anche l’orso.
Nelle 55 pagine del piano non mancano comunque gli aspetti positivi. Zanotelli esprime infatti un cauto apprezzamento per il riconoscimento di una maggiore autonomia degli enti locali rispetto alla definizione di linee guida e piani speciali su situazioni e ambiti specifici. Allo stesso tempo, secondo l’assessore esistono tuttavia degli elementi di forte criticità che pregiudicano l’avvio di un percorso positivo e di collaborazione tra Trento e Roma. «Colpisce in modo particolare il fatto che in questo nuovo piano sia stato cancellato qualsiasi riferimento all’applicazione delle deroghe previste dall’ordinamento comunitario e nazionale. Una scelta che determina, di fatto, l’assenza di criteri generali per la gestione delle situazioni critiche e dei conflitti nei rapporti tra lupo e attività antropiche». Non si può infatti sottovalutare il prezioso ruolo giocato dall’agricoltura di montagna e dalla zootecnia per la manutenzione del paesaggio e il mantenimento di un’economia vitale.
Scuote il capo poi l’assessore, che evidenzia come «il nuovo piano sembra disconoscere la situazione di diffuso allarme sociale e di pericolo potenziale, già riconosciuto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. I lupi entrano infatti nei paesi e si avvicinano alle persone anche in pieno giorno: è vero che il lupo non ha mai aggredito l’uomo in 150 anni, ma la probabilità zero non esiste e questo non può farci stare tranquilli». Zanotelli intende dunque portare avanti la questione in collaborazione con le altre Regioni del nord, i cui rappresentanti si sono riuniti negli scorsi mesi a Trento.
Sulla questione interviene anche l’ex presidente (oggi capogruppo del Patt) Ugo Rossi: «Il ministro mantiene coerentemente la sua posizione. Mi aspetto che lo faccia anche il presidente Maurizio Fugatti, confermando la volontà espressa ufficialmente in aula di difendere la le posizioni del Trentino davanti alla Corte Costituzionale». Il riferimento è all’impugnazione da parte del governo gialloverde che contesta la norma trentina - deliberata dalla giunta di centrosinistra autonomista - sulla gestione dei grandi carnivori che prevede anche l’abbattimento degli esemplari problematici. Su questo aspetto Zanotelli assicura: «Non ci fermiamo». L’invito di Rossi a Fugatti è comunque quello di «usare le competenze di cui la Provincia dispone, come lui spesso ci ricordava in passato dai banchi dell’opposizione. Anzi, sosteneva la necessità di procedere con gli abbattimenti già prima che lo consentisse la nostra legge». L’autonomista ricorda poi le iniziative promosse dalla giunta di centrodestra: «Le ronde delle forze dell’ordine non risolvono il problema alla radice. È necessario continuare a sostenere anche economicamente i metodi di dissuasione dei predatori».
Soddisfatto dei contenuti del piano è invece il leader M5s Filippo Degasperi, che afferma: «Fugatti le spara e grosse e poi deve ridimensionare le sue aspettative: Ministero ed Ispra hanno scelto di adottare strade diverse rispetto a quelle propagandate in campagna elettorale dalla Lega, preferendo un approccio scientifico. È necessario che l’ente pubblico operi anche sul fronte culturale». Ma gli allevatori hanno minacciato più volte di abbandonare le malghe proprio a causa di lupo e orso: «Nessuno ha la bacchetta magica, ma bisogna continuare a lavorare sul fronte della dissuasione, sostenendo il settore zootecnico. Il Ministero si è peraltro impegnato a mettere a disposizione del Trentino le conoscenze dell’Ispra per mettere a punto interventi specifici».
Infine il capogruppo dem Giorgio Tonini si dice «favorevole ad una delega al Trentino in materia di ambiente e fauna. I fatti dimostrano che il nostro territorio può insegnare molto: dobbiamo fare in modo che l’arrivo dei grandi carnivori non renda incompatibile la presenza umana in montagna».