Folla a Borgo Valsugana per la serata no-Valdastico «Non risolve i problemi»
Una opportunità per la Valsugana? No, grazie. Il prolungamento della A31 in Trentino è un grande problema. Meglio puntare, anche se con grandi problemi da risolvere, sull’elettrificazione della ferrovia. C’erano un’ottantina di persone, lunedì sera, all’auditorium della Comunità di Valle all’incontro promosso da Valsuganattiva per parlare della Valdastico.
Per l’occasione lo storico Emanuele Curzel, davanti a diversi rappresentanti del comitato contrario alla realizzazione dell’opera ed avvalendosi di vari studi ed articoli di giornali, ha evidenziato come la guerra dei dati e dei flussi veicolari abbiano creato grande confusione in questi anni.
«Il presidente Fugatti - ha ricordato - vuole aumentare il volume di traffico in Trentino e in Valsugana, non diminuirlo». Cinque gli studi e le ricerche messe a confronto, a partire dagli anni ‘90.
«Chi afferma che con il prolungamento della A31 con sbocco in Vallagarina si tolgono 25 mila veicoli dalla Valsugana afferma il falso. Se si arriva a 4 mila mezzi il dato è più realistico e, a conti fatti, dimostra come quest’opera sia più un problema che una opportunità per la Valsugana».
Tanti i dati presentati. Numeri che, con gli anni, non sono cambiati più di tanto. Se a Martincelli sono circa 17 mila i veicoli giornalieri equivalenti in transito, quelli di Borgo sono sempre stati stabili nel tempo. Numeri che, per quanto riguarda Pergine, invece, sono via via peggiorati. Negli anni ‘2000 uno studio ricordava come il prolungamento della Valdastico in Trentino portava ad un calo tra 2.600/5.000 veicoli in transito al giorno a Primolano e 4.600-10.500 a San Donà di Trento.
Due anni dopo lo studio TPS commissionato dalla Provincia. Si parla di pedaggio, sia minimo che massimo, sulla tratta in progettazione e la riduzione del traffico in Valsugana varia dai 5 ai 10 mila veicoli giornalieri. Ma Curzel, a Borgo, ha messo anche un dito nella piaga. «Nel 2013 l’Università di Trento e la Comunità di Valle hanno commissionato una ricerca che dimostrava come, tra il 2009 ed il 2010, a Borgo i mezzi in transito erano pari a 8 mila giornalieri equivalenti. Un volume di traffico, quindi, in diminuzione rispetto a Martincelli - ha chiosato Curzel - peccato però, che da una verifica fatta proprio in questi giorni, in quei due anni la centralina che doveva fornire i dati non fosse in funzione. Chi ha fatto quella ricerca, quindi, ha utilizzato dati errati». Fin qui Curzel.
Nel suo intervento Pietro Zanotti, presidente dell’Associazione Ledro Inselberg, ha ricordato tutti i rischi ambientali legati alle grandi opere. «L’unica cosa da fare è potenziare il trasporto pubblico per ridurre l’inquinamento e le emissioni di inquinanti nell’aria puntando su una economia circolare, etica ed eco sostenibile». No alla Valdastico, sì al potenziamento della ferrovia per scongiurare un’opera inserita, dall’allora governo Berlusconi, nella legge obiettivo come una infrastruttura strategica.
«Se oggi quella decisione venisse disattesa, Regione Veneto e A4 potrebbero chiedere i danni al governo. A Roma nessuno - è stato ribadito - può costringere l’A4 ad abbandonare il progetto e non può fare in modo che la concessione del tratto Brescia-Padova sia rinnovata in cambio di un investimento nel settore ferroviario, come è stato fatto con l’A22».
Dalla sala un suggerimento. «Vogliono fare a tutti i costi la Valdastico? Anziché a Rovereto nord perché non farla uscire ad Avio?». Chiaro riferimento al luogo di residenza del governatore.