Trattamenti nei meleti: l'allarme degli apicoltori «Abbiamo ancora lì le arnie»
Allarme rosso tra gli apicoltori. Quelli, sono una decina, che hanno piazzato le loro arnie nelle campagne a sud di Trento, ieri mattina hanno scoperto che il Centro di trasferimento tecnologico della Fondazione Mach (unità frutticola e piccoli frutti) ha diramato ai frutticoltori l’avviso per l’uso, come prodotto consigliato, della Azadiractina per il contenimento dell’afide cenerognolo in post fioritura.
L’avviso dei tecnici della Mach riguarda la produzione biologica del melo e ricorda che, in presenza di fiori nel sottofilare, va sfalciata l’erba prima dell’utilizzo dell’aficida e che il trattamento va fatto possibilmente al di fuori del volo delle api e insetti pronubi, al mattino presto o alla sera. Si consiglia, in premessa, di effettuare, al termine della fioritura, «a completa caduta dei petali», un controllo nei frutteti per verificare la presenza dell’afide cenerognolo.
«Mai vista una cosa del genere! È un insetticida. Il danno per le api può essere gravissimo: nella zona di Romagnano abbiamo piazzato 1.300 arnie, che rischiano di essere svuotate» spiega Marco Facchinelli, presidente dell’Associazione apicoltori trentini (oltre 400 associati). Perché parla di una «cosa mai vista»? «Perché in passato c’è sempre stato un dialogo. Il tecnico della Sft (consorzio frutticolo, ndr) veniva avvisato dalla Mach e poi ci preavvertiva. Veniva cioè dato il tempo agli apicoltori, atteso il termine della fioritura, di spostare gli alveari prima di avviare il trattamento con l’insetticida».
La rabbia degli apicoltori è tutta qui: «Nessuno ci ha preavvertivo, anche il tecnico della Sft è rimasto basito. Il problema è anche dato dal fatto che c’è una situazione a macchia di leopardo. Ci sono delle fioriture precoci, come per le Golden, che sono ultimate, e altre ancora in corso, come per le Morgen. Anche l’indicazione di sfalciare l’erba con le arnie presenti è pericolosa: signifca uccidere le api coinvolte nella raccolta del polline del Tarassaco di cui sono molto ghiotte».
La rischiesta? «Ho tentato di mettermi in contatto con Ioriatti, dirigente della Mach, senza successo. Ho interpellato il vicepresidente della Fondazione, Diego Coller, ho preallertato anche l’assessora Zanotelli» risponde Facchinelli «È urgente rinviare i trattamenti. Ci servono tre, quattro giorni pieni per spostare gli alveari. Dopo Romagnano li porteremo tra i meleti in fiore della val di Non. Ci diano il tempo di spostarli. È incredibile! Le api sono indispensabili per la frutticoltura».