«Costi eccessivi, è emergenza per la casa» Allarme dei sindacati: «Giunta Fugatti ferma»
Se le domande di alloggio pubblico tornano a salire è la conferma dei costi eccessivi delle abitazioni sul libero mercato. Il Rapporto della Banca d'Italia segnala come nella nostra provincia il costo delle abitazioni sia più alto del 42% rispetto alla media nazionale. Ma finora la giunta Fugatti ha affrontato la questione casa pubblica e l'emergenza affitto concentrandosi solo sugli aspetti relativi alla sicurezza. Invece serve un nuovo piano per la casa.
È la reazione dei sindacati trentini alla pubblicazione (l' Adige di ieri) dei primi dati delle nuove graduatorie per le case Itea, che segnalano un incremento delle domande del 4% per il secondo anno consecutivo, dopo un lungo periodo di contrazione delle richieste.
«Per chi vive sul nostro territorio, dice la Banca d'Italia, l'indice di accessibilità ad una casa di proprietà è tra i più bassi d'Italia, come a Bolzano - afferma il segretario della Cgil Franco Ianeselli - La risposta a questa situazione non può che essere la messa a disposizione di nuovi alloggi pubblici, a canone sociale per i nuclei con maggiori difficoltà economiche e a canone moderato per il ceto medio che fatica comunque a trovare risposte sul mercato». Una scelta che si concretizza prioritariamente nel recupero del patrimonio immobiliare esistente e poi nella realizzazione di nuovi alloggi, con particolare attenzione alla sostenibilità delle costruzioni.
In questo modo, secondo Ianeselli, «si può efficacemente rispondere al bisogno e calmierare i prezzi sul mercato. Investire sull'incremento del patrimonio di edilizia pubblica e in particolare dell'edilizia sostenibile ha anche un importante effetto di volano sull'economia. Sul sostegno all'acquisto dell'abitazione principale, crediamo sia importante continuare con il Bausparen, che lega il risparmio alla creazione di una pensione complementare. Senza mai dimenticare che gli incentivi a fondo perduto hanno comunque l'effetto di far aumentare i prezzi sul mercato».
C'è infine la partita di chi un alloggio pubblico oggi già lo ha, ma deve confrontarsi con problemi di manutenzione anche importanti. «Riceviamo diverse segnalazioni di inquilini Itea su guasti e problematiche di vario genere che puntualmente vengono segnalate all'Istituto. È evidente che si sta pagando anche su questo fronte la politica dei risparmi».
Finora la giunta Fugatti e l'assessora Segnana hanno affrontato l'emergenza affitto, particolarmente grave nel capoluogo e nella "busa del Garda", concentrandosi solo sulla sicurezza, «un tema più elettorale che amministrativo» sostiene il segretario della Uil Walter Alotti . «Si è prestata perciò grande attenzione ai regolamenti sanzionatori che giustamente debbono assicurare una vita serena e sicura all'interno degli edifici Itea e si è annunciata la stretta sull'accesso agli alloggi pubblici per i cittadini non italiani, che si vorrebbe allungare fino addirittura a 10 anni di residenza, requisito irragionevole che molto difficilmente supererà il giudizio della Corte Costituzionale».
Il sindacato ha più volte richiesto un incontro all'assessore Stefania Segnana sull'edilizia pubblica sociale e «sulla necessità di ripristinare la Commissione sociale Itea, unico organismo di raccordo fra Provincia e parti sociali». Il bisogno abitativo è molto cambiato, ricorda Alotti, con «le mutate condizioni di lavoro e familiari dei lavoratori, che hanno sì bisogno di un'abitazione, ma in affitto, non in proprietà». Da qui l'esigenza «che si rimetta in circolo il rilevante patrimonio privato abitativo sfitto». Per la Uil servono una riforma della legge Dalmaso e un nuovo Piano casa, coinvolgendo il sindacato, perché «gran parte del patrimonio abitativo pubblico è stato costruito con il contributo Gescal e con le imposte pagate dai lavoratori e dai pensionati trentini».