Bimba violentata in casa per quattro anni
Era arrivata in Trentino quando aveva 6 anni per raggiungere la madre, emigrata nel nostro Paese in cerca di lavoro. Ma l’immensa gioia di riabbracciare la mamma molto presto lasciò spazio ad un’enorme e muta sofferenza. Con il passare dei mesi la bambina si rese conto di essere finita in una sorta di girone infernale a causa del nuovo compagno della madre che, dopo aver maltrattato la piccola facendola vivere in condizioni di sporcizia e indigenza, abusò di lei.
Un inferno andato avanti per quattro anni, dal 2009 al 2013 quando la bambina maturò il coraggio di raccontare alla madre le attenzioni morbose di quell’uomo che con lei era stato un orco invece che un padre aggiunto. Ieri per quelle violenze sessuali durate anni, aggravate dal fatto che la vittima aveva meno di 10 anni, l’uomo è stato condannato dal giudice Claudia Miori ad una pena severa: 5 anni e 4 mesi di reclusione (dopo aver beneficiato di uno sconto di pena pari ad un terzo per il rito abbreviato), più l’interdizione dai pubblici uffici e da posizioni lavorative che lo mettano in contatto con minori, più un anno di misura di sicurezza una volta espiata la pena.
L’imputato è stato anche condannato a pagare i danni alle parti civili, rappresentate dall’avvocato Chiara Pontalti: a quella bimba minuta, oggi ragazzina, che ha trovato la forza di denunciare e sconfiggere il suo persecutore vanno 100 mila euro, 5.000 euro alla madre. Denaro che tuttavia mai potrà restituire un’infanzia rubata tra le mura di casa.
L’imputato respinge tutte le accuse (e con ogni probabilità farà appello).
Nega infatti tutti gli episodi di violenza sessuale. Ma la bambina ha riferito dettagli che alla sua età non si dovrebbero conoscere. Il suo sofferto racconto alla fine è stato giudicato credibile. I rapporti con il nuovo compagno della madre non erano mai stati facili. Poco tempo dopo essere arrivata in Italia, la madre si era assentata per un lavoro stagionale e la bimba era stata affidata al connazionale. Erano stati i vicini di casa ad intuire che la bambina stava male. Vennero avvisate le forze dell’ordine.
I sospetti si rivelarono fondati: la piccola viveva in una situazione igienica precaria, in un appartamento con escrementi di gatto e un frigorifero desolatamente vuoto. L’uomo venne denunciato per maltrattamenti, accusa per cui alla fine patteggiò la pena.
Il viaggio all’inferno per la bimba di soli 8 anni non era ancora finito. Anzi, il peggio doveva ancora arrivare. La piccola infatti per quattro anni venne ì costretta a subire abusi sessuali da parte del compagno della madre.
Le violenze avvenivano in casa ma anche in cantina, dove la piccola andava per cercare un angolo di tranquillità per fare i compiti.
Come spesso accade in questi casi, l’adulto era riuscito ad imporre il silenzio su quanto accadeva in casa in assenza della madre. L’uomo diceva alla piccola che la madre era gelosa, che avrebbe reagito male, che lui avrebbe fatto mancare i soldi per mandare avanti la “famiglia”.
La paura di parlare si incrinò all’improvviso durate una lite scoppiata tra la madre e il compagno dell’epoca. La bambina trovò la forza di raccontare gli abusi subiti per quasi 4 anni. Un racconto di un tale orrore da apparire quasi incredibile. Ma oltre alla sua sofferta deposizione - giudicata credibile dallo psicologo che partecipò alla deposizione resa in forma protetta - c’erano anche altri elementi di conferma. I disegni fatti a scuola, per esempio, mostravano dettagli considerati una conferma degli abusi sessuali subiti dalla bambina.