Giro di prostitute cinesi, le intercettazioni «La ragazza non va bene, va cambiata»
Sostituite. Come si farebbe con un pezzo meccanico che non funziona. Trattate come merce avariata, se il cliente non si riteneva soddisfatto e, dunque, gli affari non giravano.
È uno spaccato cinico e privo di umanità quello che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmato dalla giudice Claudia Miori nei confronti dei sei soggetti arrestati per favoreggiamento della prostituzione (l’Adige di ieri). Nei due appartamenti del sesso, a Trento e Mezzolombardo, ci sarebbe stato un notevole viavai di ragazze. Se le maitrasse registravano uno scarso apprezzamento il responso era chiaro: «Non va bene». Ma nell’atto d’accusa si delineano anche i ruoli che avrebbero ricoperto i sei indagati, che per il gip agivano con «spregiudicatezza» e le cautele adottate dopo un controllo della polizia locale.
LA DIVISIONE DEI RUOLI
Nell’atto d’accusa si evidenzia che i sei indagati avevano dei ruoli «ben definiti». Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri di Trento erano due donne cinesi, Xaqiu Xiao, detta “Sofia” e Rongyan Wang detta “Iens” a gestire l’attività di meretricio: la prima viveva nell’appartamento di Mezzolombardo e l’altra si occupava di quello di Trento. L’abitazione cittadina sarebbe stata messa a disposizione da Nunzio Antonio Corrado, residente a Mezzolombardo, che pagava il canone dell’abitazione e - evidenzia il gip - «teneva anche i rapporti con le due maitrasse cinesi».
Le avrebbe portate a fare la spesa, accompagnate nei negozi e fatto da “autista” alle prostitute da e verso la stazione. L’abitazione di Mezzolombardo, invece, sarebbe stata messa a disposizione per l’attività di meretricio da Claudio Oss, residente a Baselga di Piné. Un locale «privo di agibilità», che rientrava nel patrimonio immobiliare familiare dato in gestione al trentino e che, formalmente, risultava dato in affitto ad un soggetto estraneo. Oss, inoltre, avrebbe tenuto i rapporti sia con le occupanti che con la maitrasse Sofia. C’era poi Domenico Vinti, di Sanremo, che per l’accusa pagava l’utenza internet usata per cercare possibili clienti attraverso annunci web, ma vigilava anche sull’andamento degli affari della maitrasse Sofia, «fornendo consigli e aiuti in casi di controlli della polizia». Infine il cinese Hongping Jin, di Milano, che faceva arrivare il denaro in Lombardia, «posizionando le banconote contenute in uno zaino nero all’interno dell’autovettura».
LE RAGAZZE DA VALUTARE
La soddisfazione del cliente prima di tutto. Wang si sarebbe premurata di «conoscere i desideri del clienti», ma anche di verificare che, dopo la prestazione, fossero soddisfatti. Intercettata mentre parla con Corrado, nel giugno 2019, lo informa che la nuova arrivata non va bene e, dunque, deve essere cambiata
Amica nuova no buono. Via!
In un’altra conversazione tra la maitrasse Xiao e Vinti, che chiede ragioni del cattivo andamento degli affari, la donna avrebbe dato la colpa al «basso gradimento riscosso dalla ragazza». «Amica nuova no buono. Via!», dice. «Ma oggi buono o no?», domanda Vinci a metà maggio. E Wang: «No buono». Con un chiaro riferimento al fisico della ragazza. «Prima mi da una cicciona, no bona, adesso...no buona. O mamma mia, due non buone». Ma l’arrivo di una nuova giovane pare rasserenare entrambi. «Ragazza nuova buono?», chiede Vinci, ottenendo il «sì» della maitrasse.
I CONTROLLI E LE RACCOMANDAZIONI
Nell’ordinanza vengono citate anche le telefonate tra la maitrasse Sofia e Oss, per avvertirlo di un controllo della polizia locale e l’allerta che questi avrebbe girato poi a Vinti. «Incitava il Vinti a dire a Sofia di “non accettare gente adesso per un po’”, di “tranquillizzarla e dirle che per un po’ adesso...di stare ferma”». Un quadro che confermerebbe il ruolo di Oss e Vinti e la consapevolezza dell’attività illecita. Al trentino, infatti, Sofia avrebbe chiesto «il permesso di potere continuare “a lavorare”».
I SOLDI DA PORTARE VIA
Per l’accusa a ricoprire il ruolo di cassiere sarebbe stato Jin, raccogliendo il denaro. «Porti via le nostre cose?, gli chiede Xiao. Un riferimento al denaro, per la giudice, tanto che la donna aggiunge: «Perché qui il controllo è troppo intenso». I due si sarebbero accordati per trovarsi e la donna avrebbe chiesto a Corrado di accompagnarla. Jin e Corrado vengono visti entrare nell’appartamento di via Bolzano a Trento, da dove poi il cinese esce con uno zaino. E il 1° giugno e verrà fermato poco dopo in A22: dentro lo zaino vengono rinvenuti 18.335 euro, che per l’accusa sono proventi dell’attività illecita.