L'Italia è un paese di giocatori Nel 2018 spesi 19 miliardi più del 60% nelle slot machine
La «febbre del gioco» in Italia non accenna a calare.
Anche nel 2018, così come successo nei due anni precedenti, gli italiani hanno speso per i giochi una cifra pari a 19 miliardi di euro, per la maggior parte in slot machine o lotterie. Una cifra enorme, considerando che in realtà i miliardi «investiti» dagli italiani per tentare la fortuna sono 106,8 (le cosiddette somme giocate), ai quali vanno sottratti gli 87,9 delle vincite restituite. Circa il 55,2% della spesa, pari a 10,4 miliardi di euro, è finita nelle casse dello Stato come introiti erariali da gioco.
I dati arrivano dal «Libro Blu» dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il consueto resoconto annuale sullo stato dei giochi in Italia anticipato in esclusiva all’Ansa. Un documento piuttosto atteso, soprattutto perchè prende in considerazione un anno, quello passato, in cui è entrato in vigore il decreto Dignità, che ha portato ad una stretta sul settore e ad un innalzamento di imposte e prelievo sulle vincite nei confronti della filiera.
Se i dati della spesa e del gettito appaiono costanti nell’ultimo triennio 2016-2018, crescono le somme giocate (da 96 miliardi nel 2016 a 106 nel 2018) e le vincite (da 77 a quasi 88 miliardi). «Il che sta a indicare - spiega il direttore Giochi di Adm, Roberto Fanelli - che i giocatori si spostano verso giochi con maggiore payout. L’Agenzia sta studiando il modo per valorizzare e rilanciare i giochi tradizionali, quelli maggiormente legati ad una dimensione sociale del gioco, come Lotto, Totocalcio e Lotteria Italia».
Il 62,6% delle entrate (oltre 6 miliardi di euro) proviene da slot-machine e videolottery, nonostante nell’ultimo anno si sia concluso il taglio del 35% degli apparecchi in tutta Italia, in virtù di un decreto dell’Adm seguito all’accordo Stato-Regioni sul riordino delle slot. Il 25,1% delle entrate, invece, arriva da Lotto e lotterie come Superenalotto e Gratta&Vinci, mentre il restante 12,20% da altri tipi di giochi come scommesse sportive, bingo o poker cash.
È in forte aumento, infine, il numero dei siti web irregolari inibiti: 1.042 nel 2018 contro i 418 nel 2013, anche se sempre meno sono i tentativi di accesso (-82%). «Priorità dell’Agenzia - sottolinea Fanelli - è il contrasto al gioco illecito, perchè danneggia sia l’Erario, sia gli operatori corretti, sia i giocatori, che senza controlli non sono tutelati. Per questo motivo, la recente riorganizzazione dell’Agenzia ha visto la concentrazione di tutte le competenze sui controlli in capo ad un’unica direzione, cui è stato attribuito anche il compito di implementare la collaborazione con le forze di polizia. Abbiamo intenzione di sviluppare ulteriormente anche le attività per il contrasto del match fixing».