Lavoro, con i tagli all'accoglienza duecento nuovi disoccupati
Sono quasi duecento in prospettiva i posti di lavoro perduti in seguito ai tagli al sistema dell’accoglienza dei richiedenti asilo decisi dalla giunta Fugatti. Secondo i dati forniti dall’Agenzia del Lavoro 98, perlopiù educatori impiegati nei centri dislocati sul territorio, hanno perso l’impiego negli ultimi mesi e altri 93 non si vedranno rinnovare i contratti nel prossimo anno.
Il punto sulla situazione è stato fatto ieri nel corso di un incontro del tavolo per l’accoglienza a cui hanno partecipato i vertici sindacali, quelli dell’Agenzia e il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. Cgil, Cisl e Uil chiedono un pacchetto di misure personalizzate per favorire la ricollocazione sul mercato di chi il lavoro lo ha perduto. «Le misure dovranno farsi carico di chi oggi è disoccupato, ma anche di quei lavoratori che in questi mesi hanno trovato una nuova occupazione temporanea o stanno svolgendo percorsi formativi all’estero» avvertono i sindacati. Da giugno, quando il tavolo si è avviato, tutti i 98 neo disoccupati sono stati contattati da Agenzia e una ventina hanno già risposto accettando il percorso di ricerca di una nuova collocazione. Degli altri una cinquantina ha già una nuova occupazione ma spesso è a tempo determinato mentre i rimanenti non hanno risposto alla chiamata anche perché in alcuni casi sono impegnati all’estero in tirocini formativi.
«È necessario che Agenzia attivi una presa in carico personalizzata con un pacchetto strutturato di misure per tutte queste persone – hanno sottolineato i tre segretari generali delle confederazioni, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti con Stefano Galvagni della Fp Cgil e Marcella Tomasi della Fpl Uil -. Serve una campagna informativa, da parte di Agenzia e dello stesso sindacato, sull’offerta messa in campo ed è indispensabile che si ampli almeno fino a fine anno la finestra temporale per verificare le disponibilità dei lavoratori al fine di includere il maggior numero possibile di persone».
L’alto numero di ricollocati viene peraltro sottolineato dai sindacalisti come la dimostrazione che si tratta di giovani lavoratori con elevata formazione e ottime competenze. Un elemento apprezzabile che non elimina però la necessità di non lasciare sole queste persone anche perché è presumibile che non siano comunque uscite dalla precarietà dell’impiego. «È giusto - dicono i confederali - che Agenzia del Lavoro attivi tutte le misure che sono state messe in campo in questi anni nei casi di crisi aziendali per sostenerli».
Nell’ambito dell’incontro i sindacati hanno nuovamente manifestato al presidente Fugatti la loro contrarietà allo smantellamento dell’accoglienza in Trentino: «Disinvestire su questo e altri progetti al di là delle ricadute occupazionali è un grave errore perché significa rendere la nostra comunità più insicura».