Emergenze, i soldi non bastano Croce Rossa e Croce Bianca battono cassa: chiesti 12 milioni
La trattativa parte solo adesso. Le organizzazioni che gestiscono i servizi di pronto soccorso sul territorio in convenzione con la Provincia l'altro ieri hanno presentato le loro richieste direttamente al governatore Maurizio Fugatti. E non sono richieste da poco per le casse pubbliche: 3 milioni in più all’anno rispetto a un accordo che prevedeva una spesa di 9 milioni. Un aumento secco del 33% che naturalmente non è cosa che la giunta può concedere a cuor leggero.
«Noi - spiega Fugatti - abbiamo un grande rispetto per il mondo del volontariato e del sociale e sappiamo benissimo la grande importanza del loro ruolo ma la cifra è notevole e dobbiamo fare un approfondito esame tecnico. Ricordo che la convenzione è stata fatta nel 2016 e ha scadenza nel 2021; per farla all’epoca ci hanno messo un anno e mezzo, io conto di dare una risposta e dire a quanto ammontano le risorse che possiamo mettere a disposizione entro il 30 novembre». Cioè prima di partire con la manovra di bilancio che evidentemente dovrà prevedere quanto destinare al settore.
L'altro ieri pomeriggio comunque un risultato le associazioni lo hanno ottenuto coinvolgendo nella trattativa il presidente della giunta provinciale, che nell’occasione ha affiancato l’assessore Stefania Segnana e il dirigente del dipartimento Gianfranco Ruscitti.
Nei giorni scorsi le associazioni avevano consegnato, come richiesto dall’assessorato, i bilanci e la documentazione sulla gestione finanziaria e del personale. La richiesta di Croce Rossa, Croce Bianca e delle altre organizzazioni che operano sul territorio provinciale è quella di modificare la convenzione per far fronte all’aumento dei costi del personale. La Provincia è rimasta sorpresa da una richiesta così corposa arrivata a metà strada rispetto alla convenzione in essere ed ha contrapposto le proprie ragioni tecnico-finanziarie, aprendo comunque le porte a un approfondimento. «Il nostro problema - spiega Ruscitti al termine dell’incontro - è che non vorremmo poi trovarci tra due anni nelle stesse condizioni. Bisogna trovare un accordo che possa essere duraturo nel tempo».
Il problema dell’aumento dei costi di gestione da parte delle associazioni è strutturale. Costano tanto i mezzi, posto che un’ambulanza attrezzata viaggia sopra ai 120.000 euro, ma costa sempre di più anche il personale e questo purtroppo va ascritto ad un progressivo calo della risorsa volontari. Già oggi le associazioni che operano in convenzione sul territorio provinciale contano su circa duecento dipendenti che costituiscono lo scheletro di un corpo composto da migliaia di operatori volontari che per loro natura hanno però tempi e disponibilità limitati. «Il fatto è che il volontariato sta rapidamente e radicalmente cambiando - spiegava ieri, prima della riunione in provincia, Mirko Demozzi, presidente della Croce Bianca - perché la gente va in pensione più tardi e si perde una fascia di persone che avrebbero ancora energie e tempo a disposizione, molti giovani vanno a fare l’università fuori e non possono dare più il loro apporto. Nel nostro settore poi per partecipare bisogna fare un corso molto lungo e tenersi sempre aggiornato, sono mansioni delicate e che richiedono una solida preparazione con tanto tempo da dedicare». In questa situazione insomma è normale dover aumentare il personale e se l’azienda sanitaria richiede anche prestazioni extra oltre a quelle in convenzione diventa necessario rivedere le condizioni.
In realtà Ruscitti nega che ci siano prestazioni extra sospese dalle associazioni per protesta. «L’anno scorso - spiega - fu firmato un accordo straordinario chiesto dall’azienda ma solo per un tempo limitato che adesso è scaduto. Era già previsto che si ponesse fine a quei servizi supplementari». Servizi che però - sussurrano i responsabili delle associazioni - continuano a essere richiesti dalla centrale di Trentino Emergenza costretta a sopperire chiedendo sforzi e rinunce al proprio personale.
La partita è aperta. Ora i tecnici lavoreranno per trovare la quadra, poi tra un mese entreranno in campo i politici per cercare di chiudere il cerchio.