Vaia, un anno dopo la tempesta Dimaro: centinaia di palloncini bianchi e una folla unita per non dimenticare
Centinaia di palloncini bianchi tra le mani di una folla commossa e composta, soprattutto simbolicamente unita nel dolore più grande, ma anche nella tenacia di far fronte assieme ad una tragica calamità: il corteo che nel tardo pomeriggio di oggi, un anno dopo il 29 ottobre 2018, quando Dimaro e tutto il Trentino furono sferzati da quello che sarà definito a posteriori l’evento meteorologico più intenso degli ultimi 150 anni, ha attraversato in silenzio i luoghi devastati e in parte ricostruiti, per ricordare le vittime e i difficili momenti vissuti, ma anche per ribadire che tutti assieme è possibile risollevarsi.
Al corteo, organizzato dal comune di Dimaro Folgarida e dall’associazione Uniti per Dimaro, hanno partecipato tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, la giunta provinciale, con il presidente Maurizio Fugatti, e gran parte degli assessori, i sindaci della Val di Sole, i corpi della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, i Carabinieri, i volontari, tantissimi famiglie e cittadini, consiglieri provinciali, tra cui il presidente dell’assemblea Walter Kaswalder.
L’inizio della camminata è stato preceduto dalle parole del presidente Fugatti, che ha voluto essere presente a nome di tutta la comunità trentina. «È nei momenti più difficili che il Trentino dimostra la propria forza di credere nel futuro» ha detto il presidente.
«I trentini ha aggiunto - hanno saputo reagire in modo esemplare e stasera siamo qui per ricordarlo e per pregare. Tutti gli sforzi che faremo non restituiranno mai una giovane madre e un giovane padre ai loro cari, ma possiamo portare ai familiari la vicinanza di tutta la comunità in questa immane tragedia».
Parole di cordoglio e nel contempo di ammirazione verso la capacità di reagire che ha avuto la comunità trentina sono giunte anche dal commissario del Governo Sandro Lombardi: «Nel dolore la gente del Trentino, forte delle proprie tradizioni, del volontariato e assieme alle forze dell’ordine e alla Protezione civile ha saputo fare squadra per recuperare quanto distrutto», ha detto.
Il sindaco di Dimaro Folgarida Andrea Lazzaroni, ringraziando tutte le autorità per la vicinanza fraterna, ha fatto presente «la grande dignità dei cittadini e di chi ha sacrificato affetti, cose e proprietà, lasciando indietro un pezzo di cuore».
Il pensiero è infatti corso nel ricordo di Michela Ramponi, rimasta intrappolata nella sua abitazione sommersa dall’imponente colata di fango e sassi causata dall’esondazione del Riotan e di Denis Magnani, colpito da un fulmine mentre si trovava a lavorare nel suo capanno di agricoltore. E alla catastrofe che ha cancellato, di fatto, tutta l’area turistica che costeggiava la strada principale della Val di Sole, che a partire dai mesi scorsi, lentamente e a piccoli passi, sta cercando di ricominciare.
Il corteo, partito proprio da quelle zone del paese, è poi giunto alla chiesa di San lorenzo, dove l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha officiato una messa in memoria delle vittime.