Mancano bombole di ossigeno «La domanda si è impennata»
Mancano bombole d’ossigeno ed è allarme tra i pazienti trentini affetti da patologie che necessitano di questo sostegno per respirare.
Alcuni sono pazienti Covid-19 che vengono seguiti a casa, ma la maggior parte sono pazienti affetti da altre patologie come enfisema polmonare, insufficienza cardiaca o broncopneumopatia cronico ostruttiva. A lanciare l’allarme sono stati alcuni pazienti che, effettuata la consueta richiesta alla farmacia di fiducia, si sono sentiti rispondere che non c’è certezza che le bombole vengano riconsegante cariche.
«È un problema che riguarda tutta Italia e ora anche il Trentino - conferma Bruno Bizzaro, presidente dei farmacisti - Da tempo le farmacie non sono proprietarie delle bombole che sono invece delle società produttrici di gas tecnici che le rigenerano e le ridistribuiscono sul territorio. La disponibilità è tarata sul bisogno medio e in questo momento, soprattutto in certe zone, ma anche da noi, il consumo di ossigeno si è impennato, e ora c’è carenza di bombole». Bizzaro spiega che c’è stato un decreto del governo che ha autorizzato le ditte a riempire anche bombole certificate per altri gas e quindi le varie società stanno rastrellando tutti i contenitori. «Nonostante questo non ci sono bombole di ossigeno sufficienti per rispondere agli attuali bisogni. In questo momento non se ne trovano». Il problema riguarda i pazienti a domicilio con insufficienza polmonare che purtroppo hanno al momento difficoltà a trovarle.
«A me personalmente non sono arrivate richieste da parte di pazienti - spiega Bizzaro - ma ho ricevuto telefonate di colleghi che chiedevano cosa fare perché avevano ricevuto richieste di ossigeno che non riescono a soddisfare».
Altra questione, sollevata anche ieri nel corso della consuete conferenza stampa della Provincia, è la carenza di Kit e reagenti per i tamponi, materiale che consentirebbe di aumentare il numero degli stessi tamponi. Nella giornata di ieri ne sono stati effettuati 480 per un totale di 3.962 totali. Ma la richiesta è alta, sia da parte di chi manifesta sintomi leggeri che vorrebbe sapere se deve rispettare o meno la quarantena, ma anche dei professionisti sanitari che chiedono maggiori tutele. «Se queste persone chiedono anche con i tamponi maggiori sicurezza - ha detto il presidente Maurizio Fugatti riferendosi a coloro che lavorano in prima linea nell’emergenza Covid-19 - noi vogliamo concentrarci per aumentare il numero di tamponi per dare a questi soggetti le prime risposte. Serve un po’ di pazienza perché i reagenti non sono facilmente reperibili ma insieme alle nostre eccellenze come Fondazione Mach, fondazione Bruno Kessler, il Cibio, l’università e istituto zooprofilattico ci stiamo riuscendo».
Anche il direttore dell’Azienda Paolo Bordon ha confermato che presto il numero dei tamponi sarà aumentato appena sarà superato il problema del reperimento del materiale. «Al momento stiamo tamponando solo i sintomatici ma c’è il progetto di attivare dei controlli sul nostro personale. Oggi (ieri per chi legge, ndr) c’è stata la prima riunione con del personale interno che sta predisponendo un documento tecnico. Quindi i controlli li faremo anche grazie alla collaborazione con Cibio e Fondazione Mach, che ha messo a disposizione una strumentazione importante. Parte del materiale è difficilmente reperibili ma grazie anche alla collaborazione con Cibio potremo superare questi numeri».