Botte e insulti alla moglie davanti alla figlia di 6 anni Marito allontanato da casa
Umiliazioni, percosse e insulti. Violenze consumate anche davanti ad una bimba di soli 6 anni, che implorava: «Papà smettila».
L’incubo, per una donna che vive alle porte di Trento e per sua figlia, è finito mercoledì sera, quando i carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento di allontanamento chiesto dalla pm Patrizia Foiera e firmato dal gip Enrico Borrelli.
L’uomo, un 50enne italiano, deve rispondere di maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’avere commesso il fatto in presenza della minore. Si tratta del primo caso in cui viene applicata la direttiva predisposta lo scorso 20 marzo dal procuratore capo Sandro Raimondi a tutela delle fasce deboli, prevedendo che a lasciare l’abitazione sia il maltrattante. «La convivenza forzata, alla quale siamo tutti obbligati in questo periodo di emergenza sanitaria, può essere pericolosa sul fronte della violenza domestica - la premessa del provvedimento - Le mura domestiche proteggono dal possibile contagio dal Covid-19, ma non dagli eventuali maltrattamenti da parte di conviventi».
Per questo la procura di Trento, oltre ad invitare le forze dell’ordine a tenere alta l’attenzione e ricordare alle vittime che i centri antiviolenza della Provincia sono attivi, si è detta pronta ad intervenire tempestivamente, adottando i provvedimenti giudiziari che si renderanno necessari «in particolare volti a far sì che le situazioni di pericolo contingente siano risolte attraverso una collocazione dei maltrattanti presso un domicilio diverso da quello dove vivono i componenti del nucleo familiare che subiscono violenza domestica».
Una promessa di celerità nei casi di codice rosso ribadita nella direttiva del 9 aprile scorso.
Ed è quello che è successo in questo caso. A fare partire il procedimento, a fine marzo, è stata proprio la denuncia presentata dalla donna, vittima dell’ennesima aggressione da parte del marito.
Evidenti, sul suo viso, i segni delle percosse. Una situazione di violenza, fatta di botte ed umiliazioni, che - secondo i primi accertamenti - si trascinava ormai da qualche anno e che, nemmeno la presenza di una bimba in tenera età, aveva frenato. Una sofferenza, fisica e psicologica, che la donna ha sopportato a lungo, forse nella speranza che i maltrattamenti finissero o forse per timore. Nell’ultimo periodo, però, complice forse la convivenza forzata, la violenza è esplosa, fino all’ennesima brutale aggressione. Ma questa volta la donna ha trovato la forza di chiedere aiuto. Forze dell’ordine e procura si sono mosse subito e mercoledì l’uomo è stato allontanato da casa con provvedimento del giudice, che ha disposto anche il divieto di ritorno e di frequentare i luoghi dove si trovino la mamma e della figlia. La donna, con la sua bambina, non dovrà fare le valigie in un momento così delicato, ma potrà restare a casa e, con l’aiuto della rete sociale che si è attivata, ritrovare la serenità.
Visto che l’uomo non aveva però un’altra abitazione, la Provincia, con il Dipartimento salute e politiche sociali, si è attivata per trovare una soluzione (un alloggio in un B&B), in attesa che il marito allontanato trovi ospitalità da parenti.