All'Università di Trento avanti con la didattica online almeno fino a gennaio
Il 4 maggio, anche per l’Università di Trento, scatterà la fase 2, con un progressivo ampliamento delle attività di laboratorio e ricerca, ma lo sguardo è già proiettato alla fase 3, ovvero all’autunno.
Con una certezza: il semestre tra settembre 2020 e gennaio 2021, per la maggior parte degli studenti, vedrà ancora una importante componente della didattica a distanza. Una scelta inevitabile, come evidenzia il rettore Paolo Collini, visto che per l’autunno il Coronavirus non sarà scomparso e, dunque, il distanziamento sociale rimarrà una delle regole da seguire.
Professor Collini, cosa accadrà dopo il 4 maggio?
«La fase 2, dalle anticipazioni che abbiamo, non consentirà di fare attività in presenza e anche le attività di ricerca e quelle amministrative dovranno rispettare requisiti di sicurezza molto rigidi per quanto riguarda distanza e dispositivi di protezione. Sarà ancora una fase molto limitata».
Durante la conferenza telematica organizzata nell’ambito del progetto “Trentino2060” lei ha chiarito che, anche nel semestre da settembre 2020 a gennaio 2021, per la maggior parte degli studenti, prevarrà la didattica online.
«La fase 3 prevede la possibilità di fare attività in presenza, ma escludiamo che si possano fare tutte in questo modo. Dunque ci sarà ancora una importante componente della didattica a distanza. Non solo perché si dovranno garantire le prescrizioni sulle distanze e l’affollamento - e non abbiamo quattro volte le aule che servirebbero - ma anche per evitare il sovraccarico dei trasporti pubblici, che restano il problema principale anche per la scuola. Del resto questa è la proposta fatta dal Ministero alla comunità accademica attraverso una ipotesi di linee guida».
E per l’attività dei laboratori?
«Noi contiamo che possa riprendere anche quella non di emergenza. Noi oggi abbiamo alcuni laboratori che lavorano, come quello del Dipartimento industriale che fa i test sui materiali dei presidi di protezione che le aziende stanno cercando di produrre. Penso poi al Dipartimento di biologia Cibio per i tamponi, ma anche per l’ipotesi di vaccino, che fra l’altro sta dando i primi risultati molto promettenti. Ma noi, dal 4 maggio, puntiamo a riavviare progressivamente l’attività di ricerca, anche di laboratorio. Ovviamente tenendo conto delle misure di sicurezza da mantenere».
Dalle lezioni alle lauree “a distanza”.
Il bilancio?
«Direi che finora le lauree sono andate bene, dal punto di vista della correttezza del processo. Ovviamente la laurea è anche un momento di raggiungimento di un traguardo, dunque l’aspetto cerimoniale è sacrificato.
Ma credo sia stato importante consentire agli studenti di completare il percorso. Gli esami fatti, finora, sono stati pochi, visto che la sessione vera è a maggio e giugno, ma in questo periodo abbiamo sperimentato anche la possibilità di fare prove scritte a distanza, con risultati soddisfacenti».
Tutti gli studenti hanno gli “strumenti” necessari per la didattica a distanza?
«Direi di sì ma, credo lo ufficializzeremo venerdì, a questo proposito chiederemo agli studenti di segnalare situazioni in cui possono avere difficoltà di connessione o di strumentazione, per trovare una soluzione».
Anche la biblioteca, per ora, resta chiusa.
«Ma in questi giorni abbiamo attivato un servizio prestiti della biblioteca per gli studenti che stanno completando il percorso della tesi e che hanno bisogno di materiale non reperibile in formato digitale. In questo caso i volumi vengono consegnati attraverso la posta. Vedremo quali indicazioni arriveranno dopo il 4 maggio. Credo che le sale lettura rimarranno chiuse, ma un servizio di sportello potrebbe essere fattibile, magari con un sistema di raccolta delle richieste online».