Inchiesta Nas nelle Rsa: i racconti degli operatori «12 ore bardati nella tuta»
Si sono concluse le acquisizioni di documentazione da parte dei carabinieri del Nas su ordine della procura di Trento e Rovereto. Ora dall’azione si dovrà passare allo studio delle carte e soprattutto all’audizione del persone che in più di un’occasione, attraverso i sindacati o con segnalazioni dirette, aveva denunciato carenze soprattutto per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale. «A parte evidenti errori fatti in certe strutture (e su questo i Nas stanno facendo i rilievi per capire se ci sono stati inadempimenti da parte delle Direzioni) - scrive Roberto Moser della Fenalt - come sindacato abbiamo riscontrato un “abbandono” del contratto di lavoro, un non rispetto dei diritti contrattuali e una mancanza di relazioni sindacali e di comunicazione di quello che sta succedendo. In questi due mesi o poco più, è mancata completamente la normale relazione sindacale: in gran parte delle Apsp è stato stravolto l’orario di lavoro portando turni di 12 ore! 12 ore con mascherine FFP2 e sopra camici, rendendo il lavoro a volte impossibile con difficoltà a bere e mangiare e andare in bagno. Sono stati inoltre congelati i congedi parentali. Alcuni operatori sono dovuti rientrare dalla quarantena cautelativa e le agevolazioni previste dal decreto del 17 marzo all’articolo 24 e 25 dove erano previsti giorni di congedo straordinario per i figli minori e fruizione straordinaria di L 104, a questi lavoratori sono stati negate, come è stato bloccato il diritto alle ferie». A questo si aggiunge il fatto che, con l’arrivo del caldo, nelle Apsp fose non si potranno accendere i climatizzatori. a«Alcune strutture danno già per scontato che i clima non si accenderanno, se è così, se veramente non si potrà, dobbiamo troviamo una soluzione equa per poter far lavorare gli operatori quest’estate. Non è immaginabile che si lavori in ambienti che supereranno i 30 gradi con mascherine e tutti gli altri dispositivi. E un pensiero va anche agli anziani che ne soffrirebbero in maniera ancora superiore! Per questo chiediamo all’Assessorato di riferimento ed a Upipa, che è il portavoce delle Apsp in Trentino, che venga istituito a breve un tavolo di confronto visto che il lavoro per gli operatori delle Apsp è cambiato totalmente».
Il sindacato chiede l’applicazione di un contratto tipicamente sanitario con indennità di turno variabile su rotazione, notturne, festive e indennità di aree infette; il riconoscimento dei minuti per vestizione e svestizione; il riconoscimento del buono. Per la Fenalt serve poi la revisione dei parametri operatore-ospiti, anche in previsione di mantenimento nuclei Covid. «A questi non siamo contrari ma, se imposti, almeno che si rivedano i parametri. Non può essere che ad oggi in tante realtà ci si sia dimenticati che la compartimentazione va fatta 24 ore su 24, 7 su 7 e che servono operatori in più nel turno notturno».