Covid nelle Rsa: la giunta nel mirino delle opposizioni in Provincia «Ritardi che sono costati morti»
Il dibattito sui lutti nelle Rsa e sulle accuse per i mancati controlli è stato centrale nel confronto tra assessore Stefania Segnana e le minoranze nella seduta virtuale del Consiglio provinciale. Tante le accuse contro la giunta.
Come quelle di Paolo Ghezzi di Futura che ha parlato di assenza di «verità» nel discorso dell'assessore sulla tragedia Covid per le Rsa, in linea con la «propaganda» di Maurizio Fugatti, che ha paragonato a Ponzio Pilato nella gestione dell'emergenza Covid.
Il capogruppo di Futura ha poi consegnato a Walter Kaswalder una richiesta, sottoscritta anche dai consiglieri di minoranza (Alex Marini del M5s e Filippo Degasperi di Onda Civica), di una Conferenza di informazione dedicata al futuro modello di Rsa da adottare, «perché non si ripeta la tragedia consumatasi per il dilagare della pandemia nelle case di riposo in questi primi mesi del 2020». Ghezzi ha evidenziato in particolare che nelle case di riposo trentine, durante l'emergenza epidemiologica, «le persone anziane decedute a causa del virus sono state il 56% in più rispetto a quelle ospitate nelle Rsa della vicina provincia di Bolzano». Ghezzi ha annunciato anche la richiesta di una commissione d'indagine.
Luca Zeni del Pd ha bocciato come «insufficiente» l'intervento dell'assessore, sostenendo che «la Provincia ha responsabilità di regia del sistema delle Rsa» sulle quali avrebbe dovuto vigilare. Per Zeni sul Covid «c'è stata una sottovalutazione. C'è stata un concentrazione nella fase ospedaliera, che ha saputo riorganizzarsi, anche se con tante problematiche, anche per le terapie intensive. Sul resto si è arrivato in ritardo. In ritardo sulle piste da sci, le Rsa, le visite ospedaliere e la politica dei tamponi. Ritardi dicono gli esperti, decisive per l'andamento delle curve dei contagi». Per Paola Demagri (Patt) «L'assessore di Rsa ha parlato poco e ciò significa che si è fatto poco».
Marini ha stigmatizzato «la volontà, all'inizio, di non chiudere le Rsa quando si sapeva che gli anziani erano una fascia più a rischio; clamorosa la pubblicità per le piste di sci, decisa dopo un Consiglio in cui si era parlato della seconda chiusura delle scuole. i dati dei morti e dei contagi parlano di un numero quasi doppio rispetto a Bolzano. Numeri tristi e dovuti alle condizioni ambientali, come l'inquinamento che probabilmente ha favorito diffusione del virus, e alle scelte politiche». Degasperi ha detto che «i colpevoli hanno nome e cognome» riferendosi all'assessore e alla giunta: «Altro che la retorica degli anziani tanto sbandierata, voi gli anziani li avete lasciati chiusi negli ospizi, non li avete curati».
L'assessora Segnana ha replicato affermando che il lavoro fatto nell'emergenza sostenuto da Giunta, Dipartimento, Azienda e Protezione civile è stato duro. Si è affrontata una situazione sconosciuta, ha ricordato, e si è sempre ammessa la difficoltà e la gravità del momento. «C'è sempre stata attenzione alla trasparenza divulgando dati corretti e precisi. Le Rsa hanno una loro governance», ha ricordato l'assessora, «ma quando le case di riposo l'hanno chiesto il supporto c'è stato». Ha ricordato che il Dpcm del 4 marzo dava discrezionalità ai direttori sulle entrate dei parenti degli ospiti e il 6 marzo c'è stato l'incontro tra assessorato Upipa e Spes, ma «nessuno ha mai detto che dovevano fare entrare un parente».