Slitta ancora la ripartenza per materne e asili nido
Nella nebbia dei protocolli annunciati e non ancora approvati sulle modalità di riapertura di asili nido e scuole dell’infanzia, si fa strada una certezza: lunedì 8 giugno non saranno molte le strutture che apriranno le porte ai bimbi, anzi potrebbe rimanere tutto fermo. Non lo dicono solo i sindacati, impegnati anche nella giornata di oggi a rivedere le linee guida che dal tavolo tecnico transiteranno entro venerdì al tavolo della sicurezza per l’approvazione: ne sono convinti anche l’assessore del Comune di Trento Chiara Maule e il presidente della Federazione provinciale scuole materne Giuliano Baldessari .
Nell’ordinanza firmata il primo giugno dal presidente Maurizio Fugatti viene indicata la data dell’8 giugno a partire dalla quale «è ammessa la ripresa dei servizi socio educativi e privati per la prima infanzia e delle scuole dell’infanzia, provinciali, equiparate e paritarie». Viene inoltre specificato che i servizi «sono di norma attivati entro dieci giorni». È dunque prevista una finestra temporale che va dall’8 al 18 giugno per la ripartenza delle attività educative e didattiche.
Ripartenza che non è sottinteso che riguarderà tutte le strutture. «Non c’è alcun obbligo: ho sempre detto a tutti che le nostre scuole riapriranno in sicurezza solo se ci saranno le condizioni» evidenzia Baldessari della Federazione scuole materne, che conta 134 scuole associate suddivise in 20 circoli di coordinamento. Oggi è in programma il consiglio direttivo della Federazione. «Parlo per quello che so. L’unico documento che ho in mano mi è stato spedito dall’assessore provinciale Bisesti ed è datato 27 maggio. È la versione in cui si prevede che i bimbi indossino le mascherine, ma credo che sia superata - precisa - Finché non abbiamo il protocollo non possiamo riaprire. Tanto più che nei giorni 10, 11 e 12 giugno sono previsti corsi di aggiornamento per il personale. Non appena avremo informazioni concrete ci attiveremo nel più breve tempo possibile compatibilmente con la sicurezza di tutti, di operatori, bambini e famiglie. Darei quindi per scontato che l’8 non saremo in grado di riaprire».
Per le scuole della Federazione provinciale la riapertura potrebbe slittare a lunedì 15, che tra l’altro era la data prevista per l’avvio di un progetto pilota in vista di settembre. «Fino alla settimana scorsa avevamo l’accordo con la Provincia di ripartire a metà giugno con l’attività in una decina di scuole materne che stavamo individuando attraverso un’indagine con i gestori, con le famiglie, per ragionare sugli spazi in modo da consentire una apertura in sicurezza - prosegue Baldessari - Poi giovedì scorso il presidente Fugatti ha parlato di una riapertura di tutte le scuole il giorno 8. Un annuncio che ci ha spiazzato. Lunedì è stata firmata l’ordinanza. Ma consideriamo che l’ingresso dei bambini a scuola sarà la fase 2, preceduta dalla fase 1 ossia la riapertura delle strutture da parte del personale per garantire la sicurezza».
Preferisce non fissare date - al momento - l’assessore comunale di Trento Chiara Maule. Sono 1.200 i bimbi iscritti ai nidi del Comune di Trento ed i genitori attendono risposte. «Questa accelerazione inaspettata sulle aperture ci mette in difficoltà. Ci stiamo impegnando per ripartire e lo faremo il prima possibile non appena ci saranno le linee guida in modo da garantire la sicurezza per dipendenti, famiglie e bambini. Ma è sicuro che non saremo pronti l’8 giugno: apriremo quando avremo la certezza di dare un servizio adeguato» spiega Maule che punta a stringere un “patto” con le famiglie. «Lunedì abbiamo inviato ai genitori un questionario da compilare entro mercoledì sera per comprendere le esigenze, le preferenze sulle fasce orarie di ingresso e di uscita - spiega - per capire le aspettative sia dal punto di vista della salute che pedagogico-didattico».
Per motivi legati alla sicurezza sanitaria il servizio non sarà come quello di febbraio: meno bimbi e meno ore di apertura. E si potrebbe porre il problema di chi potrà frequentare e di chi sarà escluso. «Il servizio andrebbe garantito a tutti a prescindere - sottolinea l’assessore Maule - Ma prima di mettere in campo la questione dei criteri di scelta cerchiamo di capire se sia possibile fare un patto per le famiglie e riuscire a trovare una strada per accontentare sia i genitori che hanno bisogno del servizio, sia coloro che possono organizzarsi in altro modo. Abbiamo contattato le famiglie per capire le loro esigenze e anche per spiegare quale sia la nostra posizione, in una situazione al momento di confusione».
Intanto Asif Chimelli di Pergine ha inviato ai genitori una comunicazione con l’invito a compilare una “manifestazione d’interesse” per individuare le famiglie che vorranno utilizzare il servizio, posto che «il numero di bambini che potranno essere accolti sarà sensibilmente inferiore all’attuale» come scrive la direttrice Francesca Parolari . È prevista la formazione di piccoli gruppi stabili di 4-5 bambini affidati ad un’educatrice e ogni gruppo avrà a disposizione una stanza di riferimento (con annessi bagno e stanza nanna) e un’area dedicata nello spazio esterno.