Prelevò carta igienica multa da 9.000 euro
Quello sottratto da una stazione delle corriere in un momento di impellente bisogno fisico rischiava di essere il rotolo di carta igienica più caro della storia. Il 40enne di Stenico a cui venne trovata a casa la "refurtiva", cioè il mezzo rotolo di carta di tipo comunitario, venne condannato per furto aggravato a 9.000 euro di multa (un sacco di soldi, ma sempre meglio che scontare 36 giorni di reclusione).
La vicenda giudiziaria può far sorridere, ma non il presunto ladro di carta ingienica per cui il fatto poteva avere conseguenze serie sul piano giudiziario. Conseguenze evitate dopo che la Corte d'appello ha riformato la sentenza di primo grado accogliendo il ricorso dell'avvocato Giuliano Valer. I giudici hanno accolto la tesi difensiva secondo cui l'imputato avrebbe agito senza «intento appropriativo», ma spinto da «effettivo bisogno di utilizzo concreto e immediato». Sorprende semmai che una vicenda come questa abbia impegnato la giustizia in due gradi di giudizio con relativi processi.
Il fatto è accaduto a Ponte Arche il 29 marzo del 2017. Fu un autista della TrentinoTrasporti a notare un uomo, persona a lui nota, che entrava nei bagni pubblici della stazione delle autocorriere. Il testimone riferì di aver sentito un forte rumore, tipico di oggetti in plastica che si rompono. Subito dopo l'uomo usciva di fretta. L'autista si accorse che il dispencer era stato rotto e il rotolo era sparito. Rotolo che in seguito venne rinvenuto a casa dell'uomo di Stenico che in tutta fretta era uscito dal gabinetto. In quell'occasione a casa dell'indagato vennero rinvenuti anche alcuni cornetti di avorio (per il cui possesso l'uomo è stato assolto) e un fucile ad aria compressa (per cui ha pagato un'oblazione. Il reato più grave, per cui in primo grado arrivò la condanna, era però il furto del rotolo, aggravato dall'aver danneggiato il dispenser.
Al processo l'imputato ha ammesso di aver sottratto i rotolo di carta igienica, ma ha negato il danneggiamento spiegando che l'erogatore di carta era probabilmente guasto e si era sganciato da solo. Racconto che non convinse il giudice di primo grado secondo cui «non si ritiene di essere in presenza di un'ipotesi di furto lieve per bisogno posto che, una volta soddisfatto nella consona sede del bagno pubblico il "bisogno impellente" riferito dall'imputato durante l'esame, non poteva sussistere alcun ulteriore bisogno che non potesse essere soddisfatto dal regolare acquisto di carta igienica da parte dell'imputato». La «limitata offensività del fatto» è valsa solo la concessione delle attenuanti generiche. Il giudizio di primo grado è però stato ribaltato dalla Corte d'appello. Secondo la difesa «al più, trattarsi di furto lieve per bisogno. La fattispecie contiene, rispetto al furto comune, due elementi caratterizzanti, uno relativo al danno, dovendo la cosa sottratta essere di tenue valore, e uno attinente al dolo specifico, qualificato dal fine di provvedere a un grave e urgente bisogno». E certamente urgente va considerato l'attacco di dissenteria "confessato" dall'imputato durante la sua deposizione in aula.