Un centinaio gli orsi oggi nelle foreste del Trentino Cucciolate avvistate in una fascia da Cles al Garda
La presenza stimabile di orsi in Trentino, oggi, potrebbe sfiorare, raggiungere o forse superare di poco la soglia del centinaio di esemplari, compresi però i cuccioli nati nel 2020, stando a un'analisi dei dati resi disponibili dalla Provincia. L'ultima fotografia ufficiale, a fine 2019, indicava la presenza certificata sul territorio di 66 esemplari (27 maschi e 39 femmine), con un'età media di circa cinque anni (37 gli adulti, 29 i giovani).
I cuccioli venuti alla luce nella primavera dell'anno scorso sono stimati in un numero fra 16 e 21 (nella foto una mamma con i figli, immortalata un anno fa dai forestali), inoltre si tengono in considerazione eventuali (pochi) orsi sia privi di radiocollare sia di riscontri genetici, la cui frequentazione delle foreste trentine dunque potrebbe essere sfuggita al censimento. Tutto sommato, gli esperti del corpo forestale collocano l'entità della popolazione in una finestra di 82-93 esemplari, a circa vent'anni dall'avvio concreto del complesso progetto di reintroduzione e protezione faunistica.
Se 82 è ritenuto il numero minimo certo a fine 2019 e ipotizzando una natalità coerente con l'anno precedente (16/21 soggetti), ora gli orsi nei boschi, quasi tutti in Trentino occidentale, sarebbero almeno 98 e al massimo 113 (il livello di sopravvivenza dei cuccioli è intorno al 90%, ma uno di loro risulta sicuramente ucciso da un maschio adulto il mese scorso). La crescita annua media della consistenza di popolazione (cuccioli esclusi), negli ultimi cinque anni, è stata del 12%. Un'ulteriore stima ufficiosa della presenza di orsi giovani e adulti, basata invece sul solo tracciamento genetico, accresce di due unità il livello minimo 2019, portandolo dunque a 68 (e a 76 il massimo).
Si tratta di calcoli che, di là dalla precisione assoluta (in natura non tutto, per fortuna, è monitorabile) indicano chiaramente il successo di un rimarchevole progetto ecosistemico affidato al Trentino. Un impianto che tuttavia resta indigesto a ampi settori della politica locale.
In proposito, in questi giorni stanno facendo discutere le vicende del giovane maschio M49 (l'esemplare considerato «problematico», catturato, rinchiuso nel recinto del Casteller a Trento e quindi castrato) e dell'orsa quattordicenne JJ4.
Quest'ultima, condannata a morte dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per ora è stata salvata dal Tar, che accogliendo un ricorso del coordinamento ecologista ha sospeso l'esecuzione dell'ordinanza, in attesa del giudizio di merito previsto a fine mese. Il 22 giugno scorso, l'orsa, in un improvviso incontro ravvicinato con due escursionisti, sul monte Peller, sopra Cles, aveva tirato graffi e un forte morso a una gamba, per poi fuggire. «Probabilmente era con i propri cuccioli e si è comportata come normalmente fa una madre: si è spaventata e li ha difesi scappando appena possibile», ha commentato il ministro dell'ambiente, Sergio Costa, che a sua volta ha deciso di impugnare l'atto del presidente trentino.
Peraltro, JJ4, che anche i due sfortunati escursionisti chiedono di salvare, non si era mai palesata in questi 14 anni: ha sempre fatto tranquillamente la sua vita schiva nei boschi, il che conferma che si è trattato di una rara coincidenza, presumibilmente facilitata dalla presenza dei cuccioli. D'altra parte, se soprattutto in primavera-estate sono numerosi gli avvistamenti di orsi in Trentino centro-occidentale, in tutti questi anni i casi di contatti fisici con lesioni alle persone sono stati solo quattro: oltre a quello del mese scorso gli episodi del 2014, 2015 e 2017 nei quali erano coinvolte orse con cuccioli al seguito (in due occasioni gli escursionisti si muovevano con un cane, dettaglio che può complicare l'esito dell'incontro).
È dunque assai remota l'eventualità di incrociare da vicino un orso, com'è capitato due mesi fa a un ragazzino di Sporminore, poi visto in un video che ha fatto il giro del mondo. L'orso evita gli esseri umani, ma può sentirsi minacciato, specie se è accompagnato dai cuccioli. Quindi in caso di avvistamento più o meno ravvicinato (a distanza l'orso si disinteresserà sicuramente) si suggerisce di non assumere atteggiamenti aggressivi o rumorosi, ma di indietreggiare con calma, tenendo presente che l'animale non ha intenzioni ostili nei nostri riguardi: dovremo allontanarci in direzione opposta, magari sussurrando per tranquillizzarlo sulla nostra innocuità. L'obiettivo è evitare che per paura l'animale - più potente di noi - ci colpisca prima di scappare, la fuga infatti, è il suo primo istinto.
Quanto alla prevenzione, è sempre buona regola farsi sentire quando ci si muove nella natura e vanno chiaramente evitati comportamenti che possano favorire l'avvicinamento dell'orso, come rendere accessibili alimenti, magari nei pressi di luoghi frequentati da persone, come baite o malghe.
E a proposito di orsi che si avvicinano nottetempo a aree utilizzate per attività umane, la Provincia segnala che in giugno sono stati danneggiati degli apiari, colpiti pollai e capi ovocaprini. Ma in questo periodo, spiegano gli esperti trentini, il cibo più comodo e goloso per gli orsi sono le rosse ciliegie: le visite ai frutteti, non sempre protetti da reti elettrificate, sono numerose e spesso il grande plantigrado crea qualche danno agli alberi perché per nutrirsi ne spezza i rami.
LE CUCCIOLATE 2020
Dai monti nei dintorni di Cles , in val di Non, scendendo verso sud ai promontori sopra Arco , quasi sul Garda. È in questo corridoio che si sono registrate segnalazioni di cucciolate di orsi nati nel 2020, secondo i dati della Provincia diffusi in una mappa nel sito Web dell'ente pubblico. Spormaggiore e Mezzolombardo , insieme a Terlago rappresentano, con le rispettive aree forestali in quota, i punti più occidentali della geolocalizzazione di cuccioli e mamme. Le segnalazioni a oggi sono in tutto 15 (ma più di una potrebbe riguardare la stessa cucciolata).
Le altre zone interessate sono la val di Sole , la val Rendena , l'area della Paganella e quella del monte Gazza . «Si segnalano - spiega la Provincia - diverse osservazioni relative a un esemplare confidente che frequenta la bassa val di Non (Lover, Sporminore e dintorni) e l'altopiano della Paganella, in particolare Spormaggiore e Cavedago. Si sottolinea che agli orsi confidenti con l'uomo non va mai, per nessun motivo, reso disponibile in alcun modo del cibo».
Più omogena sul territorio trentino, così come delle province confinanti, la presenza del lupo: «Si registrano avvistamenti nelle zone stabilmente frequentate dalla specie, alcuni eventi di predazione su ovicaprini (Folgaria, val dei Mocheni, val di Fiemme, Primiero e Vanoi) e due eventi di predazione su bovini (Ala)».
È di ieri, lunedì, fra l'altro, la notizia di un lupo investito e ucciso all'alba da un'auto nei pressi di Fonzaso (Belluno) sullla statale che porta in Primiero. Infine, il maschio di lince B132 è stato immortalato nell'Alto Garda bresciano l'8 ed il 10 giugno, al confine con Trento.